“Noi, insegnanti di sostegno precari: ecco cosa chiediamo al Governo”
Intervista ad Alessio Golia, membro del Comitato Docenti di Sostegno ed organizzatore della manifestazione andata in scena al Miur: “Basta con queste politiche, dal precariato si può uscire: ecco come”
Roma, 5 settembre 2024 – Non si placano le polemiche riguardanti lo scorrimento delle graduatorie degli insegnanti di sostegno, un tema che sta suscitando forti reazioni nel mondo della scuola, a pochissimi giorni dalla ripresa delle lezioni. Ieri, come vi abbiamo raccontato, centinaia di docenti precari si sono radunati davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere, per partecipare a una manifestazione pacifica ma decisa, in cui hanno espresso le loro preoccupazioni e richieste. A tal proposito, ilfaroonline.it ha raggiunto telefonicamente Alessio Golia, organizzatore della manifestazione che è stato anche ricevuto all’interno degli uffici ministeriali. Come tanti suoi colleghi, è un insegnante di sostegno precario che sogna – prima o poi – di entrare di ruolo. Ma nonostante il duro lavoro, l’impresa è ardua, soprattutto a causa della recente decisione di equipollare i TFA italiani a quelli ottenuti in Spagna e Romania, che hanno letteralmente rivoluzionato le graduatorie.
“Ecco cosa chiediamo al Governo”
Facciamo chiarezza. Ci spiega il perché della vostra manifestazione al Ministero dell’Istruzione e, soprattutto, cosa chiedete?
La manifestazione è il corollario di una protesta che nasce a marzo da parte del Comitato Docenti di Sostegno, un coordinamento nazionale diffuso in tutt’Italia. Il nostro intento è quello di contrastare le politiche implementate, le quali hanno diviso ed eroso la nostra categoria. In particolare, contrastiamo l’inserimento a pettine dei TFA esteri, i modi in cui sono state concepiti i titoli di abilitazione, senza dare spazio a coloro che non erano abilitati o non potevano farlo prima della chiusura delle GPS, la stabilizzazione dei precari e l’aumento dell’organico di diritto, ovvero gli elementi essenziali che riguardano tutti i docenti specializzati sul sostegno.
Ci spieghi bene cosa contestate dei TFA ottenuti in Romania e Spagna.
Non contestiamo i titoli esteri in quanto tali, poichè ciò sono previsti anche dalle direttive dell’Unione Europea, ma il fatto che siano stati inseriti a pettine, un grande problema specialmente con l’avvio dei “Corsi Indire”. Con l’inserimento di molti colleghi con un punteggio spropositato, che ci auguriamo venga rettificato dagli uffici scolastici provinciali, chiediamo al Governo delle modifiche e di regolamentare il settore per non creare delle disparità rispetto a quelli che sono i TFA italiani, i quali non hanno bisogno di convalide o sanatorie”.
Da quel che so, una delegazione di insegnanti è stata ricevuta al Ministero. Conferma? Cosa vi è stato detto?
Si, confermo. C’ero anche io. Abbiamo avuto un dibattito durato più di 2 ore, in cui abbiamo esposto tutti i nostri punti cruciali. Abbiamo aperto un dialogo con alcuni esponenti del Governo, molto vicini al ministro Valditara, e c’è stata una certa disponibilità al confronto. Si è deciso per estendere il nostro dialogo, con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise e concertate.
Valditara non vi ha ricevuto?
No. Purtroppo, non era presente al Ministero per alcuni impegni istituzionali.
Faccio l’avvocato del diavolo. La scuola inizierà nei prossimi giorni: non è un po’ tardi per una protesta come questa?
Come le ho detto prima, la protesta è iniziata a marzo, non è partita ieri. E’ la seconda manifestazione che viene svolta a livello nazionale, senza contare le tante andate in scena a livello locale. E’ stata fatta in questo periodo prima che parta l’algoritmo nel centro-sud (che tra l’altro sarebbe dovuto partire da tempo) per contestare le posizioni che non sono state sanate o regolamentate dal Governo in precedenza.
La vostra battaglia contro il precariato va avanti da tempo, ma non se ne esce. Qual è, secondo voi, la via maestra?
Serve una pianificazione differente sui TFA italiani. E’ necessario trovare una soluzione concreta sull’aumento di personale specializzato in Sostegno nel nord Italia e di una riduzione (non un blocco) della formazione dei docenti specializzati, a causa di un esubero di insegnanti nelle graduatorie. Questo potrebbe essere un primo punto. Un secondo punto, in merito alla stabilizzazione, è prevedere lo svolgimento dei concorsi con tempi più ampi, così consentendo una graduatoria permanente o di merito. Se ne potrebbe discutere, ma in generale la cosa fondamentale rimane la creazione di un secondo canale di reclutamento alternativo ai concorsi, perchè ciò è fattibile. Per quanto riguarda le Leggi di Bilancio, si possono trovare molte soluzioni finanziarie: i fondi ci sono, basterebbe bloccare dei meccanismi all’ingresso e favorire coloro che già ora sono specializzati per l’ingresso nell’organico di diritto.
ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.