Foce del Tevere sommersa dai rifiuti: la plastica invade Fiumicino e Ostia, situazione fuori controllo

21 settembre 2024 | 08:00
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Foce del Tevere sommersa dai rifiuti: la plastica invade Fiumicino e Ostia, situazione fuori controllo

Indagine dell’ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale): il Tevere trascina plastica e rifiuti verso il mare, soffocando la foce

La foce del Tevere è un campo di battaglia in cui la natura sta perdendo. I rifiuti, soprattutto plastica, soffocano le acque alla fine del corso del fiume, tra Fiumicino e Ostia, minacciando il delicato equilibrio ambientale e mettendo in ginocchio le attività economiche locali. Non è solo un problema estetico, ma un vero disastro ambientale: plastica monouso, legno lavorato, residui chimici e altro materiale galleggiante si accumulano giorno dopo giorno.

Le indagini condotte dall’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (leggi qui il documento) non lasciano dubbi: la foce del Tevere è una delle più inquinate d’Italia. Il fiume, nel suo tratto finale, non solo trasporta i rifiuti urbani di Roma, ma li scarica direttamente in mare, soffocando le spiagge di Ostia e il porto canale di Fiumicino.

I numeri dell’inquinamento

I dati sono scioccanti: oltre l’81% dei rifiuti galleggianti sono costituiti da plastica, con bottiglie e involucri di cibo in prima fila. La situazione è aggravata dalla presenza di oleose sostanze chimiche che si mescolano ai rifiuti solidi. Non solo: sempre secondo l’Isrpa, i cantieri navali e le attività portuali di Fiumicino contribuiscono all’accumulo di materiali, e tutto questo non fa altro che alimentare una crisi ambientale che sembra fuori controllo.

Mentre il mondo guarda altrove, il Tevere continua a essere una discarica a cielo aperto, trasportando verso il mare tonnellate di plastica e detriti (con buona pace del Giubileo in arrivo). E a farne le spese non è solo l’ambiente, ma anche chi vive e lavora lungo le sponde del fiume.

I tentativi di bonifica

Nonostante i progetti di pulizia e le barriere anti-rifiuti installate lungo il fiume, i risultati sono lontani dall’essere soddisfacenti. Gli interventi sembrano solo tamponare un’emorragia che va avanti da anni. La primavera è la stagione più critica, quando l’aumento dei flussi d’acqua trascina con sé montagne di spazzatura, creando veri e propri accumuli di rifiuti alla foce del Tevere.

La situazione diventa così insostenibile anche per il turismo e la pesca locale. “Il Tevere è ormai un nemico per chi vive qui, non una risorsa”, affermano i pescatori di Fiumicino, esasperati dalla presenza di rifiuti che rendono difficoltoso il loro lavoro.

Una situazione che richiede risposte

La domanda è chiara: fino a quando si continuerà a ignorare questo disastro ambientale? Se non si interviene in modo drastico, il Tevere continuerà a trascinare verso il mare il peggior lato dell’umanità, coprendo la foce di plastica e rifiuti chimici. Il problema non può più essere sottovalutato. La salute del fiume e delle sue acque non riguarda solo l’ambiente, ma anche il futuro delle comunità che vivono lungo le sue sponde.

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