Clan Spada a scuola, parla un’ insegnante di un istituto superiore del Litorale romano proveniente proprio dalla media Parini, l’Istituto dove molti dei figli dei suddetti clan erano iscritti.
Nel 2018 la Direzione Distrettuale Antimafia sferra un colpo durissimo agli Spada. Con l’operazione Eclisse vengono arrestati 31 esponenti del clan. Poi i processi di primo e secondo grado contro 17 imputati. E’ l’inizio della fine – almeno sulla carta – dell’impero della mafia a Ostia, il loro regno.
Da allora i vari componenti dei clan più temuti sul territorio – oltre agli Spada, i Casamonica, i Di Silvio e i Fasciani – perdono il loro potere e molte delle loro “postazioni” tra Lido Nord e Lido Centro e migrano a Ostia Nuova, che diventa il loro feudo occupando appartamenti ma soprattutto garage. Una settantina in tutto di box garages utilizzati come basi logistiche e depositi per lo stoccaggio di materiale illecito, armi e ingenti quantitativi di droga.
A ricordarci la storia ben nota ormai a tutti è un’ insegnante di un istituto superiore del Litorale romano proveniente proprio dalla media Parini, la scuola dove molti dei figli dei suddetti clan erano iscritti.
“Un’esperienza memorabile sotto tutti i punti di vista – dichiara la docente che insegna italiano e storia – andavo al lavoro con una certa agitazione la mattina, sapendo che cosa e soprattutto CHI avrei trovato nelle classi, in una zona che presenta già di per se molte criticità sul piano sociale. Li avevo tutti in classe, gli Spada, soprattutto, ma anche gli altri…”
Alla inevitabile domanda se negli anni del suo incarico presso la Parini – che si estese proprio fino alla migrazione sopra descritta – quei ragazzi si fossero comportati male nei suoi confronti o nei riguardi dei compagni in classe la risposta suona – per certi versi – inaspettata: “Niente del genere. Erano molto disciplinati, diversamente da tanti altri che pur non appartenendo a nessun clan, si mostravano scostumati e indisponenti. Loro no, sempre controllati e ordinati. Anche intelligenti, devo dire. E non mi hanno mai creato alcun tipo di problema”.
Nel frattempo la prof – che per ovvie ragioni preferisce restare anonima – ha ottenuto il ruolo ed è stata trasferita in altro istituto. Non senza un respiro di sollievo.
E non a torto perché nel frattempo quello stesso istituto, proprio nel maggio di quest’anno una insegnante è stata aggredita all’uscita di scuola dalla madre di un suo alunno, moglie di un componente della famiglia Spada. Un’aggressione avvenuta nel cortile della scuola davanti agli occhi dei colleghi e dei genitori.
Sulla vicenda era intervenuto lo stesso Ministro dell’Istruzione Valditara che si era recato di persona presso la scuola lidense per incontrare la docente aggredita e manifestandole la solidarietà e la vicinanza delle istituzioni.
Purtroppo quello che la mafia è riuscita a fare negli anni del nostro territorio va ben oltre la presenza fisica di certi personaggi.
La mentalità mafiosa non appartiene solo ai membri dei clan, è diffusa. E quel senso di appartenenza è estremamente pericolo per le giovani generazioni. Per questo la scuola ha un ruolo essenziale nella battaglia contro la malavita e l’illegalità. Non sono consentite ambiguità. (fonte: riseupcumunications)
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