FdI Roma: “No all’ideologia gender nelle scuole”

L’allarme dei consiglieri capitolini Quarzo, Barbato, Rocca, Erbaggi e Masi sull’educazione all’affettività
Roma, 12 febbraio 2025 – “La pubblicazione dell’avviso pubblico, da parte del Dipartimento Scuola di Roma Capitale, dedicato alla realizzazione di progettualità volte alla sperimentazione di attività formative sull’educazione all’affettività e alle relazioni nelle scuole secondarie di primo grado del territorio cittadino, solleva numerose perplessità sui reali obiettivi che l’amministrazione persegue”. Così in una nota i consiglieri capitolini di FDI Quarzo, Barbato, Rocca, Erbaggi e Masi.
“Considerando, infatti, quanto avvenuto in passato con l’inserimento nel Piano di aggiornamento 2023/2026 per educatori e insegnanti, di corsi sulla de-costruzione degli stereotipi di genere – proseguono – in un’ottica di annullamento delle differenze identitarie in bambini piccolissimi; considerando anche la pubblicazione del recente altro bando rivolto alle scuole, per avviare attività di formazione orientate alla estirpazione dell’omolesbotransfobia, con esplicita previsione di partecipazione di associazioni LGBTQIA+; considerando infine anche i tentativi sostenuti con mozioni o altri atti di rilievo politico a sostegno della “carriera alias nelle scuole” che spinge sempre più giovanissimi alla transizione sessuale ci fa ricordare che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Se in quest’ultimo bando non c’è un esplicito riferimento alla presenza di associazioni LGTQ+ tra i requisiti si leggono formulazioni stringenti; ad esempio tra i requisiti di idoneità professionale che abilitano gli ETS a svolgere tali attività, c’è la necessità della sussistenza di apposita previsione, all’interno dell’atto costitutivo e/o dello statuto di attività prevenzione e il contrasto alla violenza e alle discriminazioni basate sul genere e sull’orientamento sessuale. Questa previsione rischia di escludere dalla partecipazione alla co-programmazione Enti del Terzo Settore che invece lavorano a tutto tondo sui temi della non violenza, della non discriminazione e delle pari opportunità.
Le scuole di Roma sono sotto attacco e noi non staremo a guardare. Siamo consci che serva formare le giovani generazioni alla cultura del rispetto, – aggiungono Quarzo, Barbato, Rocca, Erbaggi e Masi – a contrastare ogni forma di discriminazione e che si debbano fornire loro gli strumenti necessari a combattere omofobia e disparità di genere, ma ci preoccupa la modalità con cui si intende procedere. Non vorremmo infatti che, senza alcuna reale professionalità, siano impartite ai bambini forme di indottrinamento sulla fluidità sessuale da parte di associazioni LGBTQ, che esulino dall’obiettivo comune. Una cosa è educare al rispetto e alla tolleranza, altra cosa è sostenere teorie gender fluid tra i più piccoli. Non si potrà poi prescindere dal consenso informato delle famiglie, che dovranno essere messe al corrente di quanto si impartisce ai loro figli e dei contenuti che si intendono veicolare attraverso questi progetti”.
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