Servono 15 milioni di euro per il Porto Canale

13 dicembre 2008 | 20:45
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Servono 15 milioni di euro per il Porto Canale

Fiumicino – Il grido d’allarme lanciato dal Pd in un’assemblea pubblica

Il Faro on line – “Trovare un accordo istituzionale per finanziare 15.000.000 di euro, oppure si rischia la chiusura del porto canale”. E’ questo in sintesi, quanto emerso nell’affollata assemblea pubblica organizzata dal Pd sulla pesca. Allo stato attuale c’è uno stato di emergenza grave, che vede tutti coloro che operano in mare – pescatori, guardia di finanza e capitaneria di porto – in costante pericolo di incidente.

Il Partito democratico si è fatto carico di questa situazione, ma come spiega Raffaele Megna, coordinatore Pd del litorale, questa non è una operazione elettorale: “Questa non è una battaglia di partito, deve esserci unità politica, al di là degli schieramenti, e insieme anche i sindacati e la società civile, perché questo è un problema che coinvolge la cittadinanza”.

Uno dei passi più importanti, riguarda l’iter per il finanziamento di 15.000.000 chiesto dall’Autorità Portuale, per i lavori da fare sul molo. Proprio su questo si concentrano le maggiori preoccupazioni, ma anche le possibili soluzioni, come l’idea di un tavolo istituzionale, come spiega Carlo Lucherini, vicepresidente del consiglio regionale del Lazio: “Come partito vogliamo sostenere i lavoratori e grazie alla posizione politica che ci vede presenti anche in provincia, vogliamo incentivare la nascita di un tavolo istituzionale, dove ognuna delle parti coinvolte si faccia carico delle proprie responsabilità”.

Gli fa eco Marco Miccoli, presidente della commissione attività produttive della Provincia di Roma: “Dato lo stato di calamità è necessario coinvolgere tutte le parti: comune, regione, provincia e governo, portando avanti la voce di chi ci lavora in questa situazione. I bilanci tengono conto anche delle crisi settoriali, quindi si potrà discutere su come finanziare i lavori”.

Anche il sindaco di Fiumicino appoggia questa proposta: “Mi rendo conto – ha detto il primo cittadino -della situazione seria. Anni fa ci siamo tutti tranquillizzati sulla possibilità del network, con Civitavecchia. Ora che questa proposta non è più attuabile, bisogna intervenire istituzionalmente per trovare i fondi necessari”. L’Autorità Portuale, per voce del dott. Grasso, spiega in che modo si sta cercando di arginare questa situazione: “Si stanno realizzando degli interventi tampone, in accordo con il comune, e all’inizio del 2009, dovrebbero ripartire i lavori sulla banchina. Ora però, il problema principale è quello di trovare i fondi per i lavori. Già il presidente Ciani ha inviato alla Regione Lazio una lettera in cui si prospetta l’ipotesi della chiusura del porto canale. Ci auguriamo che il tavolo istituzionale possa abbreviare l’iter per sbloccare i fondi”.

Le analisi e le promesse fatte, non convincono però del tutto i pescatori, che vivono quotidianamente in pericolo di vita. Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa romana, sottolinea la propria posizione: “Senza ridosso, altro che banchina. I fondali si sono abbassati di molto, soprattutto sotto la passerella pedonale e sotto il ponte due giugno. Una barca con tre metri di pescaggio, rischia di rovesciarsi, e all’imbocco del fiume, non sappiamo ad oggi quanto sia profondo il fondale. Già siamo stati penalizzati per il caro carburante, dato che la Regione Lazio ci ha negato il sostegno, contrariamente ad altre regioni, come Marche, Puglia e Abruzzo. Noi – conclude Del Prete – rimaniamo in mobilità permanente, e se non ci penserà l’Autorità Portuale a chiudere il canale, ci pensiamo noi”. Massimiliano Sardone, responsabile regionale dell’associazione generale cooperative italiane, ne fa una questione sociale, che vede il pescatore come figura da nascondere: “Fiumicino è solo la punta di un iceberg, che vede la pesca emarginata dal resto delle attività produttive. Quello che si chiede è una collocazione dignitosa dei pescatori, nei porti italiani. In totale sicurezza”.
Stefania Carlucci