Esondazioni, si contano i danni

14 dicembre 2008 | 22:05
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Esondazioni, si contano i danni

Restano sotto monitoraggio Tevere e Aniene

Il Faro on line – La Tiburtina Valley per l’Aniene e Ponte Sant’Angelo per il Tevere. La prima: la zona industriale per eccellenza nella zona est della Capitale, la seconda nel cuore della città storica, a pochi passi da Castel Sant’Angelo. Sono le due criticità rimaste passata l’emergenza per la piena dei due fiumi a Roma.

Danni materiali ingenti, valutati tra i 100-150 mln, per le aziende alluvionate; danni evitati quelli che
potevano provocare i battelli e i barconi ad uno dei ponti più antichi di Roma, se avessero imbarcato acqua
visto che si prevede una nuova piena. Per questo gli incursori della Marina, sotto l’ occhio attento della Sovrintendenza ai Beni Culturali, hanno utilizzato anche delle microcariche di esplosivi per continuare a smontarli.

Sul fronte Aniene, gli imprenditori denunciano che i soccorritori si siano troppo occupati del centro città e meno delle loro fabbriche, dove l’acqua ha raggiunto, in alcuni casi, anche diversi metri e di non essere stati avvertiti in tempo del rischio che correvano. Antonino Taglioni, proprietario di Metal 2000 racconta di «essere rimasto, con alcuni dipendenti, aggrappato a un camion dalle 10 alle 15.30 quando sono arrivati i pompieri a prenderci con i gommoni». Qualcun altro ha parlato di «una valanga d’acqua e detriti giunta in pochi istanti a 1,5 metri». C’è anche chi parla di una scelta fatta in vista della piena del Tevere e, cioè, quella di aprire la diga di Corbara per evitare che il livello delle acque in città si alzasse con un effetto sull’esondazione dell’Aniene.

“Mi confronterò con la protezione civile – ha risposto il sindaco di Roma Gianni Alemanno durante una visita ai capannoni alluvionati – per vedere se ci sono stati errori. Credo che quella diga era giunta al massimo livello e ha cominciato a tracimare quindi non c’è stata una scelta”. Il dipartimento nazionale della protezione civile ha disposto un’apertura “a livello cautelativo” della diga di Corbara, sul fiume Tevere, con un “quantitativo modesto” di rilascio dell’ acqua del bacino in vista della nuova ondata di maltempo «per meglio fronteggiare» una eventuale nuova piena del Tevere. Alemanno ha poi garantito che “come sindaco” farà “tutto il possibile perchè il governo aiuti queste
imprese. Esiste un fondo nazionale di solidarietà per le calamità naturali e nel quale si possono trovare le
risorse”.

Sul fronte Tevere, nel centro di Roma, un centinaio di persone tra vigili del fuoco, protezione civile, capitaneria di porto, polizia fluviale, carabinieri, guardia di finanza ed anche gli incursori della Marina, sono stati impegnati per liberare Ponte Sant’Angelo da battelli e barconi: per ora sono state tagliate due travi tra due galleggianti. Le operazioni continueranno tutta la notte e tutto lunedì. Non sono mancati gli imprevisti, come nel pomeriggio alla diga di Castel Giubileo, che controlla il flusso del Tevere nella zona nord di Roma, dove una cisterna, trascinata dalla piena, è finita contro una paratia esterna e rischiava di comprometterne la funzionalità. Dopo alcune ore di lavoro i vigili del fuoco sono riusciti a rimuoverla, con l’aiuto di un braccio meccanico. Ma nei prossimi giorni è già evidente quale sarà l’emergenza lungo tutto il Tevere: i rifiuti che già cominciano a dare agli alberi un’immagine quasi spettrale, con i rami colmi di sporcizia e buste di plastiche, quasi degli spettrali alberi di Natale.

Resta l’allerta meteo. Previste ancora piogge. Tevere e Aniene costantemente monitorati.