I romeni fuggono dalla pineta della morte. Assistiti dal Comune di Roma gli unici tre rimasti

28 dicembre 2008 | 00:31
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I romeni fuggono dalla pineta della morte. Assistiti dal Comune di Roma gli unici tre rimasti

Ostia – ‘Bonifica’ a Castelfusano. E intanto a Decima Malafede altro rogo nelle baraccopoli

Il Faro on line – Sono 3 i cittadini rumeni trovati nella pineta di Castelfusano dopo l’incendio che ieri mattina ha provocato la morte di una giovane donna e del figlioletto. Dei numerosi baraccati che vivono nelle vicinanze, sono gli unici che non sono fuggiti per timore di essere rimpatriati. Dei tre, riferiscono dal Campidoglio, si sono presi cura i servizi sociali del Comune che hanno trovato per loro una sistemazione provvisoria nel residence villaggio Fabulous che si trova nella pineta a metà strada tra Ostia e Roma.


Intanto un altro episodio simile a quello che ha provocato la tragedia a Castelfusano è accaduto a Decima Malafede, dove vivevano sette nuclei familiari romeni, circa 30 persone, nelle baracche sorte in una ex cava di pietra in via Alvaro del Portillo a Trigoria.
Durante la sera una candela caduta sulle coperte ha fatto divampare un incendio nel quale una donna romena con i suoi due figli sono rimasti feriti. Ieri mattina quando è arrivato il presidente del XII Municipio Pasquale Calzetta, insieme alle forze dell’ordine e al personale della sala operativa sociale del Campidoglio, erano rimasti solo quattro nuclei familiari, 16 persone, che sono stati trasferiti nei centri di accoglienza.  I quattro capifamiglia, che hanno tutti un regolare contratto di lavoro nel settore dell’edilizia, sono stati trasferiti nel centro Arcadia sulla Cristoforo Colombo; le donne e i bambini di tre nuclei familiari sono stati portati nel centro di via Leonida Lai a Trigoria, mentre una donna, incinta al settimo mese, e i suoi due bambini in un centro in via Cassia.
“Questa baraccopoli – ha spiegato il presidente Calzetta – era già stata sgomberata e demolita nel maggio sorso dai carabinieri della tenenza di Pomezia. Ora spero di contattare il proprietario del terreno per far abbattere le baracche per evitare che altri nuclei familiari vi si rimettano di nuovo”.