Libera informazione, nel 2008 morti 60 cronisti

31 dicembre 2008 | 21:06
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Libera informazione, nel 2008 morti 60 cronisti

L’augurio dell’Ufficio stampa di Ardea: lavorare per rendere realtà l’utopia

Nel 2008 tanti, troppi di noi sono morti per fare il mestiere più bello del mondo. Scusatemi per l’invasione improvvisa nelle vostre caselle di posta elettronica e che un po’ interrompe il normale invio del nostro flusso informativo, ma è giusto ogni tanto riflettere e fare bilanci. Specie a fine anno e anche se di poche righe, proprio come questa e-mail. Nel 2008 (dati di Reporters sans frontières), 60 sono stati i giornalisti uccisi, 673 gli arrestati. Non è possibile secondo me fare un confronto rispetto all’anno precedente perché nel 2007 i morti sono stati 86 e gli arresti 887. Non si può a mio giudizio tirare un sospiro di sollievo perchè questo mestiere è fatto di fattori non prevedibili. E, quindi, le morti spesso sono basate sul caso. Per ventisei morti in meno bisogna ringraziare la provvidenza e non chissà quale ventata di libertà. Per questo bisogna tenere alta la guardia e fare il possibile, anche in Italia, per premere a livello politico e sociale per fare in modo che la vita dei cronisti sia più semplice. E che lo sia dovunque, in ogni angolo del pianeta. I cronisti non sono morti solo in Afghanistan o in Iraq. Si muore anche nella civilissima Unione europea. Quest’anno è stato ucciso a Sofia Gregory Stoev. Lui, si occupava di mafia. Ma un attentato c’è stato anche nella vicinissima Croazia – meta conosciuta ora dagli italiani per le vacanze – dove hanno perso la vita il direttore del settimanale ‘Nacional’, Ivo Pukanic, e il direttore marketing della sua testata, Niko Franjic. Fa riflettere: la Croazia è uno dei paesi candidati ad entrare nella Ue. Sono solo alcuni esempi, tra i più vicini a noi. La situazione, anche in Italia, non è semplice. E non parlo di politica, ma semplicemente di mafia. Quanto accaduto a Roberto Saviano è stato un esempio. Ora, cosa possiamo fare? Secondo me,  ognuno di noi, nel suo piccolo o grande ruolo di operatore dell’informazione, può premere, aiutare, sostenere, far sentire la sua voce. Dire che c’è bisogno di un 2009 fatto di più libertà di stampa è un augurio
splendido. Ma so essere utopistico. Quindi, il mio auspicio è che ognuno di noi possa fare uno sforzo in più, da domani, per far diventare realtà quella utopia che sicuramente tutti noi sogniamo ogni momento.
A tutti voi, buon lavoro e buon 2009. (g.us)