Indiano aggredito, tre giovani accusati di tentato omicidio

1 febbraio 2009 | 20:22
Share0
Indiano aggredito, tre giovani accusati di tentato omicidio

Nettuno – Uno è minorenne. Il bollettino medico. Le reazioni della comunità indiana

Il Faro on line РTre persone sono state fermate dai carabinieri di Nettuno perch̬ ritenute responsabili di aver aggredito e poi bruciato un immigrato indiano, Amendeep Huldip. I tre, tra i quali un minorenne, sono stati accusati di tentato omicidio.
 Secondo gli elementi raccolti dai carabinieri della stazione di Nettuno i tre avevano trascorso una notte «brava» tra alcol e droga al termine della quale hanno voluto fare, hanno detto durante l’interrogatorio, un gesto «eclatante per provare una forte emozione». Il ragazzo minorenne ed i suoi amici di 19 e 28 anni, incensurati, e con famiglie di lavoratori alle spalle, tornando a casa la scorsa notte sono passati davanti alla stazione di Nettuno.  Qui, secondo la ricostruzione dei carabinieri, hanno insultato e aggredito il senzatetto che dormiva nell’atrio. Poi si sono allontanati e mentre erano al distributore hanno avuto l’idea di fare «uno scherzo al barbone», così come loro stessi hanno detto agli investigatori. Tornati nella stazione hanno dato fuoco all’immigrato e non riuscendo più a spegnere le fiamme sono scappati. Sembra però venire meno l’ipotesi di un atto a sfondo razziale. Secondo quanto detto dal generale Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri di Roma, «quanto avvenuto non sembra avere uno sfondo razziale ma con una conseguenza ancor più agghiacciante, visto che secondo quanto accertato i tre volevano chiudere la notte, dopo uno sballo di alcol e droga, con un gesto fortemente eclatante».  Secondo il generale Tomasone «non capire lo sfondo dietro questo atroce episodio sarebbe come non vedere ciò che succede attorno ai nostri giovani. L’uso smodato di droghe ed alcol a cui si sottopongono condiziona il loro comportamento».

La vicenda

All’alba di ieri il marciapiede numero uno della stazione ferroviaria di Nettuno, nel centro della città a pochi metri dal municipio e dal lungomare, si è presentato come una scena di inferno ai soccorritori. L’immigrato si era addormentato sulla seconda panchina  a sinistra dall’ingresso, sotto la quale c’è una grande chiazza scura. Lì è stato aggredito a calci, pugni e bottigliate. Lì è stato cosparso di benzina e bruciato. Poi, in qualche modo, si è spostato quasi sull’angolo dell’edificio, dove si è accasciato urlando. «Qualcuno ha avvertito il 112 – dice il maggiore Emanuele Gaeta, comandante della Compagnia dei carabinieri di Anzio – e la nostra pattuglia è accorsa subito. La scorsa notte era di controllo nel Borgo Medievale, dove il sabato sera arrivano tantissimi giovani attirati dai tanti locali». «L’immigrato – continua il maggiore Gaeta – era in uno stato pietoso. I vestiti a fuoco, i piedi e la braccia bruciati. I nostri uomini lo hanno soccorso e nel frattempo è arrivata l’ambulanza del 118. Ma dopo le prime medicazioni al pronto soccorso di Anzio, è stato subito portato al reparto ustionati del S. Eugenio di Roma. Le sue condizioni erano molto gravi. Parlava a stento».

Il bolletino medico

Sentito telefonicamente il primario del centro ustioni del Sant’Eugenio di Roma, Paolo Palombo, dove è ricoverato l’indiano aggredito,
ha dichiarato che non sarebbe in pericolo di vita. “Il paziente è stato ricoverato, proveniente dall’ospedale di Nettuno, con ustioni di terzo grado agli arti inferiori, alle mani, a parte dell’addome e al collo. Ora è in prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita”. L’equipe medica “sta prestando il massimo impegno per assicurare al paziente le migliori cure contro le ustioni ricevute rese ancora più gravi dal fatto che gli aggressori per rendere più infiammabile il corpo dell’uomo lo hanno cosparso di vernice grigia sul volto”.

La comunità indiana

I cittadini indiani che vivono fra Anzio, Lavinio, Lido dei Pini, Campo di Carne e Nettuno sono circa 5.000. A Nettuno sono una netta minoranza rispetto alle altre zone. Sono occupati in prevalenza nel settore agricolo, nelle aziende di serre della campagna locale. «Siamo gente tranquilla, che lavora in campagna e non ha tempo per fare altro, se non stare con la famiglia – dice Ajit Singh, presidente dei Sikh di Anzio – In Italia stiamo molto bene e non ci sono mai stati problemi con la gente qui. È la prima volta che assistiamo un un episodio così violento. Siamo preoccupati». Amendeep Huldip, che è venuto in Italia da bambino, ha frequentato qui le scuole e parla un italiano perfetto aggiunge: «Questo è un atto di linciaggio, un fatto terribile. Se avvengono cose come queste senza un motivo e comunque non ci sono motivi che le giustifichino, dobbiamo cominciare a preoccuparci». «Sì, siamo un pò preoccupati per noi e per le nsotre famiglie – dice Balbir Jhwar – il popolo indiano è tranquillo, è fatto di lavoratori. Certo nella mano ci sono cinque dita diverse, ma credo che la nostra comunità locale sia proprio così, di gente tranquilla».