La comunità indiana: “E’ stata un’azione programmata”

4 febbraio 2009 | 02:13
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La comunità indiana: “E’ stata un’azione programmata”

Nettuno – La mamma del minorenne di Ardea accusato dell’aggressione: “Mio figlio è innocente”

Il Faro on line – “E’ stata un’azione programmata. Lo spray e la tanica di benzina erano nascoste tra i cespugli, a due passi dalla vittima dell’aggressione”. Cosi’ Singh Balraj, rappresentante della comunita’ indiana nella provincia di Roma, che ieri, accompagnato dal primo segretario dell’ambasciata, ha potuto parlare con il suo connazionale ricoverato alla rianimazione del Sant’Eugenio. E’ tornato a trovarlo questa mattina e ha parlato di forte senso di insicurezza tra gli abitanti indiani della zona tra Anzio e Lavinio. Singh Balraj dice che “i ragazzi sono scioccati e si sentono in pericolo”, ma riconosce che “e’ stato proprio un italiano a salvare la vita di Singh, mentre altri italiani volevano toglierla”. La comunita’ sta prendendo contatti con la zia dell’indiano trentacinquenne che in Italia non ha parenti e non risulta coniugato.
“Mio figlio è innocente, sono stati gli altri due, quelli più grandi a farlo bere e fumare. Quelli più grandi hanno dato fuoco al barbone della stazione, mio figlio quando si è reso conto che stava bruciando, ha preso dell’acqua da una fontana e l’ha lanciata per spegnerlo”. Lo ha detto nel corso dell’edizione delle ore 18.30 di Studio Aperto la mamma del minorenne di Tor San Lorenzo (Ardea) accusato, insieme a due amici, di aver dato fuoco all’indiano Sing Navte. La signora Fabiana ha incontrato il figlio nella casa di accoglienza dove è detenuto in attesa che domani venga sentito dal giudice del tribunale dei minori.
“Lui non c’entra niente – ribadisce la donna – Io non lo abbandono ma se avesse combinato qualcosa, cosa che non credo, se anche avesse fatto qualcosa c’è la legge e spero che questa vicenda gli serva per crescere. Mio figlio – conclude la mamma del minorenne – è andato in caserma dai carabinieri spontaneamente ed era molto sereno. Non ha denunciato gli altri perchè aveva paura, paura di ritorsioni”.