Anzio: le associazioni di volontariato scendono in campo

2 marzo 2009 | 17:09
Share0
Anzio: le associazioni di volontariato scendono in campo

Firmato un protocollo d’intesa che impegna le strutture a realizzare delle case-alloggio nelle quali ospitare i ragazzi disabili

Il Faro on line – Le associazioni Onlus Centro Primavera, Disabili Elena Castellacci, Famiglie di Handicappati, Nati 2 Volte e Naturalmente Onlus, hanno costituito il Comitato Promotore per il Dopo di Noi firmando un protocollo d’intesa che impegna le cinque associazioni a far fronte comune nel ribadire la necessità di realizzare sul nostro territorio delle comunità case-alloggio nelle quali ospitare i tanti ragazzi disabili che una volta completata la scuola dell’obbligo rimangono totalmente a carico dei genitori per prepararli ad una vita quanto più autonoma ed indipendente quando non avranno più il supporto della famiglia.
Le associazioni Nereide e Adamo Eventi che si occupano di organizzazione d’eventi, manifestazioni a scopo benefico e promozione di campagne di solidarietà hanno contribuito alla costituzione del Comitato Dopo di Noi mettendo a disposizione l’esperienza, la consulenza ed i contatti per l’organizzazione di eventi e di manifestazioni a scopo benefico.

Il neo costituito Comitato Dopo di Noi si propone di organizzare in proprio degli eventi solidali ed aderire e sostenere qualunque iniziativa e manifestazione di carattere benefico il cui ricavato venga espressamente devoluto al progetto per la realizzazione di comunità case-alloggio sul territorio di Anzio e Nettuno creando un fondo comune in cui far confluire i proventi delle manifestazioni promosse, compresa una parte della beneficenza elargita dalla Regata del Cuore.

“Per concretizzare un progetto così ambizioso – spiegano i presidenti delle associazioni – c’è bisogno però dell’aiuto di tutti: Amministrazioni comunali, imprese private, operatori economici, semplici cittadini in una grande gara di solidarietà per realizzare dei progetti abitativi ove sperimentare modalità di vita indipendente, finalizzate a incrementare le capacità di vivere in autonomia dei ragazzi/e disabili, a rimuovere gli ostacoli di ordine psicologico nell’ambito della famiglia e a ridurre il ricorso alle strutture residenziali di tipo tradizionale nel momento in cui viene a mancare la rete familiare di riferimento. “Noi associazioni abbiamo fatto il primo passo – concludono – cercando di unire le nostre forze (come molti ci chiedevano) e, nei limiti delle rispettive prerogative ed individualità associative, cercheremo di promuovere e gestire, garantendo serietà e trasparenza, le iniziative di carattere benefico organizzate in proprio o che ci verranno proposte con la speranza che anche sul nostro territorio si realizzi non semplicemente un edificio in cui ricoverare a tempo pieno i ragazzi/e disabili ma una struttura che diventi un  valore per tutta la collettività”.