Registro del testamento biologico, Mina Welby a Nettuno

11 marzo 2009 | 00:14
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Registro del testamento biologico, Mina Welby a Nettuno

‘Propongo una scheda in cui il cittadino registri in Comune le sue volontà sulla fine della propria vita’

Il Faro on line – “Avevo saputo che in Toscana e in Veneto dei notai avevano autenticato, con il compenso simbolico di un euro, le firme di persone che volevano registrare il proprio testamento biologico, lasciar detto che cosa volevano al termine della propria vita, se una malattia invalidante o un incidente li avesse resi impossibilitati ad esprimersi. Ed ho pensato quanto fosse più semplice per i cittadini fare questa registrazione nel proprio Comune, un luogo che tutti conoscono e per tutti raggiungibile, comunque in un regime di tutela della privacy, dato che solo il funzionario comunale ne sarebbe a conoscenza, mantenendo la riservatezza che compete al suo stato di pubblico ufficiale”. Così Mina Welby, vedova di Piergiorgio Welby, ha spiegato la sua campagna a favore del Registro dei testamenti biologici dei cittadini, alle persone che hanno affollato ieri sera l’aula consiliare del Comune di Nettuno.
“Ecco – ha aggiunto – perché ho proposto al mio Municipio, il X di Roma, di istituire un Registro dei testamenti biologici e perché sono qui, a Nettuno, a parlarne con voi, dopo l’invito del Comune e l’Università civica Andrea Sacchi”. La procedura che Mina Welby propone è semplice: una scheda in cui il cittadino registri in Comune le sue volontà rispetto alle proprie scelte sulla fine della propria vita, in caso di una malattia o di un incidente che non gli permettessero, al momento, di essere in grado di farlo. Poi la scheda verrà inviata per via telematica alla Asl di appartenenza e le volontà registrate in un file abbinato alla Tessera magnetica sanitaria che tutti i cittadini hanno. Al momento del bisogno basterà incrociare i dati della scheda con il Registro dei testamenti biologici e la volontà del cittadino sarà nota. “Ci sono malattie – ha aggiunto Mina Welby – come la sclerosi laterale amiotrofica che non danno possibilità di parlare, incidenti che rendono gli esseri umani come vegetali e c’è chi, in queste situazioni, preferirebbe comunque continuare a vivere.
Ma anche chi non vorrebbe prolungare un simile tipo di vita. Penso che si abbia il diritto di scegliere e di farlo quando si è pienamente in grado di decidere”.
Stefano Canali, presidente dell’Università civica “Andrea Sacchi” , docente di Bioetica e storia della Medicina alla Scuola Internazionale di Studi  Superiori Avanzati di Trieste ha spiegato: “Si tratta di decisione delicatissime e soggettive. Per questo è inappropriato pensare ad un quadro normativo valido per tutti. Ciò impedisce di accedere e scegliere per ogni singolo caso, perché ogni individuo ha una vita esclusiva e particolare che non può essere generalizzata in scelte così personali”. “Oggi – ha aggiunto – le volontà di un soggetto incosciente possono essere ricostruite da un tutore oppure, come ha fatto Beppino Englaro, da una lunga e terribile battaglia legale che ne ricostruisca le idee sul testamento biologico. Per questo è importante, invece, lasciare un’indicazione precisa, scritta, registrata. Ovviamente con la libertà, dato che ciò è degli uomini, di poterla ripensare in qualsiasi momento, sottoscrivendo un’altra decisione. Ma sempre quando si è coscienti e liberi di decidere”. I consiglieri comunali Roberto Alicandri, della Lista Chiavetta sindaco, e Dandolo Conti, hanno ribadito la loro volontà di portare la proposta del Registro dei testamenti biologici all’attenzione del Consiglio Comunale di Nettuno.