‘Uranio, risarcire i militari ammalatisi nei poligoni’

24 marzo 2009 | 01:12
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‘Uranio, risarcire i militari ammalatisi nei poligoni’

La richiesta di Falco Accame, presidente dell’Anavafaf. Nel mirino anche l’impianto di Nettuno

Il Faro on line – “Risarcire i militari e i civili che si sono ammalati nei poligoni dopo essere venuti a contatto con residuati bellici senza essere stati dotati di alcuna protezione”. Lo chiede Falco Accame, presidente dell’Anavafaf, un’associazione che da anni si occupa delle patologie legate all’uranio impoverito e vicende connesse. “In Sardegna, nei poligoni come Teulada, Capo Frasca, Decimomannu, Salto di Quirra – afferma Accame – utilizzati a livello internazionale sia da operatori militari che civili di diversi Paesi, debbono essere finalmente riconosciuti i risarcimenti dovuti. Questo vale anche per altri poligoni analoghi, come ad esempio nel Lazio quello di Nettuno, in Puglia quello delle Murge e in Friuli quello del Dandolo”.
“Da anni l’Anavafaf – sottolinea Accame – ha richiesto che tutto il personale che ha operato senza misure di protezione, in particolare chi ha recuperato residuati bellici anche a mani nude, sia risarcito: una recente sentenza del tribunale di Firenze ha concesso un risarcimento di mezzo milione di euro a un militare che aveva operato senza misure di protezione”. Secondo l’Anavafaf sono “molti i casi di gravi infermità e di morte verificatesi nei poligoni in Sardegna” per i quali non è stato concesso alcun risarcimento: a queste persone, afferma Accame, spetta tra l’altro la “speciale elargizione” prevista per le ‘vittime del dovere’, poiché hanno subito l’infermità in un «contesto di impiego internazionale”.