
La richiesta di Falco Accame, presidente dell’Anavafaf. Nel mirino anche l’impianto di Nettuno
Il Faro on line – “Risarcire i militari e i civili che si sono ammalati nei poligoni dopo essere venuti a contatto con residuati bellici senza essere stati dotati di alcuna protezioneâ€. Lo chiede Falco Accame, presidente dell’Anavafaf, un’associazione che da anni si occupa delle patologie legate all’uranio impoverito e vicende connesse. “In Sardegna, nei poligoni come Teulada, Capo Frasca, Decimomannu, Salto di Quirra – afferma Accame – utilizzati a livello internazionale sia da operatori militari che civili di diversi Paesi, debbono essere finalmente riconosciuti i risarcimenti dovuti. Questo vale anche per altri poligoni analoghi, come ad esempio nel Lazio quello di Nettuno, in Puglia quello delle Murge e in Friuli quello del Dandoloâ€.
“Da anni l’Anavafaf – sottolinea Accame – ha richiesto che tutto il personale che ha operato senza misure di protezione, in particolare chi ha recuperato residuati bellici anche a mani nude, sia risarcito: una recente sentenza del tribunale di Firenze ha concesso un risarcimento di mezzo milione di euro a un militare che aveva operato senza misure di protezioneâ€. Secondo l’Anavafaf sono “molti i casi di gravi infermità e di morte verificatesi nei poligoni in Sardegna†per i quali non è stato concesso alcun risarcimento: a queste persone, afferma Accame, spetta tra l’altro la “speciale elargizione†prevista per le ‘vittime del dovere’, poiché hanno subito l’infermità in un «contesto di impiego internazionaleâ€.