Smaltimento rifiuti, 17 milioni di euro il debito per Nettuno e Pomezia

27 marzo 2009 | 00:18
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Smaltimento rifiuti, 17 milioni di euro il debito per Nettuno e Pomezia

Sarebbero circa 40 i comuni del Lazio morosi nei confronti delle imprese che gestiscono il servizio

Il Faro on line – Un debito complessivo che supera i 230 milioni di euro da parte di circa 40 comuni del Lazio morosi nei confronti delle imprese che gestiscono lo smaltimento ed il trattamento dei rifiuti solidi urbani e che se non sara’ estinto entro il primo aprile 2009 fara’ scattare il blocco del conferimento in discarica. Questo l’allarme lanciato oggi dai vertici di Federlazio, Giovanni Quintieri direttore generale e Bruno Landi, presidente di Federlazio Ambiente. Il rischio, secondo i calcoli di Federlazio, e’ che “a partire dal prossimo primo aprile rimangano sulle strade di Roma e del Lazio 5500 tonnellate di rifiuti al giorno”.
Secondo quanto riferito i Comuni che attualmente detengono il maggior debito nei confronti delle aziende sono quello di Roma-Ama spa con oltre 124 milioni di euro, Pomezia con oltre 9 milioni, Nettuno con oltre 8,5 milioni di debito, Mentana e Fonte Nuova con quasi 6 milioni, Palombara Sabina e Monterotondo con quasi 5,5 milioni e Latina con oltre 4,7 milioni di debito. Nella lista anche Tivoli, Asp Ariccia, Asp Ciampino, Rocca di Papa, Castelgandolfo, Castel Madama, Cittaducale e Subiaco. A fronte di una situazione definita “satura”, Quintieri ha ricordato che lo scorso 16 marzo Federlazio Ambiente ha inviato una lettera alla Regione Lazio, ai presidenti delle province, ai prefetti, all’Anci e a tutti i comuni interessati e che “gia’ dallo scorso 11 dicembre abbiamo iniziato a sollecitare la Regione Lazio chiedendo il suo aiuto – ha detto – ma non abbiamo riscontrato una sensibilita’ in questo senso”. “I veri debitori – ha continuato riferendosi inparticolare alla situazione del Comune di Roma – sono i comunima la Regione Lazio ha la responsabilita’ di determinare le tariffe, autorizzare le discariche e quindi non se ne puo’ lavare le mani”.