Secondo il vocabolario la ‘pandemia’ é “un’epidemia a larghissima estensione, senza limiti di regione o continente”, in questo caso quella da virus A/H1N1 che oggi entra nella fase 6, quella appunto della pandemia. Già dal 1999 l’Oms ha pubblicato una guida su come prepararsi a una pandemia, guida aggiornata nel 2005. Da allora ci sono stati progressi in molte aree riguardo alla preparazione e ai piani di risposta. “Per esempio – scrive l’Oms nel suo sito ufficiale – gli stock di farmaci antivirali sono oggi una realtà e l’Oms ha sviluppato le linee guida per cercare di bloccare o rallentare la pandemia di influenza al momento dell’allarme iniziale”. L’organizzazione sottolinea come ci sia ora una maggiore consapevolezza che prepararsi a una pandemia richiede il coinvolgimento non solo del settore sanitario, ma della società nella sua interezza. Tra le linee guida previste dall’Oms in caso di pandemia si riserva grande importanza al coordinamento tra l’Organizzazione e le altre organizzazioni internazionali. A livello nazionale, invece, è molto importante “una regolare informazione al pubblico su cosa è conosciuto e cosa è sconosciuto della malattia pandemica, inclusi modalità di trasmissione, gravità clinica, trattamento e opzioni di profilassi”.
L’Oms raccomanda che venga mantenuta “la fiducia tra tutte le agenzie e le organizzazioni con il pubblico, attraverso un impegno alla trasparenza e azioni credibili”. Le fasi di allerta che portano alla dichiarazione di pandemia indicate nella scala dell’Oms sono 6. La prime tre corrispondono a un periodo nel quale predominano le infezioni negli animali, con poche infezioni nell’uomo. Il passaggio alle fasi successive é legato alla capacità del virus di trasmettersi da uomo a uomo, con un crescente numero di casi, fino alle fasi cinque – nella quale ci troviamo – e sei, che corrispondono alla grande diffusione nell’infezione umana.
– FASE 1: nessun virus potenzialmente pandemico in circolazione negli animali viene identificato nell’uomo;
– FASE 2: virus influenzali animali causano infezioni nell’uomo e sono perciò considerati una potenziale minaccia pandemica;
– FASE 3: un virus animale o umano riassortito causa casi sporadici o piccoli focolai epidemici nell’uomo, ma si trasmette da uomo a uomo, se non quando avviene un contatto stretto con una persona infetta. Casi di questo tipo, precisa l’Oms, non indicano che il virus ha assunto una capacità di trasmettersi tale da poter causare una pandemia.
– FASE 4: caratterizzata dalla trasmissione da uomo a uomo da parte di un virus riassortito in grado di scatenare focolai epidemici. Il virus compie un passo in avanti nella capacità di scatenare una pandemia, ma non indica ancora l’arrivo della pandemia.
– FASE 5: il virus si trasmette da uomo a uomo in almeno due Paesi in una regione dell’Oms. Mentre la maggior parte dei Paesi possono non registrare alcun caso, la dichiarazione di fase cinque è un forte segnale che la pandemia è imminente e che è urgente mettere a punto organizzazione, comunicazione e ottimizzazione delle contromisure.
– FASE 6: è la fase pandemica, caratterizzata da focolai in almeno un Paese in diverse regioni dell’Oms. La pandemia è nel pieno del suo corso, nel picco.
– POST PICCO: i casi cominciano gradualmente a scendere al di sotto del picco nella maggior parte dei Paesi. E’ ancora possibile che si verifichino nuove ondate a distanza di mesi, come è accaduto in passato nelle altre pandemie.
– POST-PANDEMIA: l’attività influenzale torna ai livelli normali, tipici dell’influenza stagionale. E’ importante comunque mantenere la sorveglianza. (fonte: Ansa)