Il cratere di Eufronio, un tesoro ignorato

9 luglio 2009 | 18:12
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Il cratere di Eufronio, un tesoro ignorato

L’opera, trafugata a Cerveteri, fini in America. Restituita, è oggi ‘abbandonata’ a Valle Giulia

Il Faro on line –  Il cratere di Eufronio, un tesoro ignorato. E’ un antico capolavoro greco, opera di uno dei più grandi scultori dell’antichità, si trova in una galleria sempre deserta del museo di Villa Giulia a Roma, mentre era una delle star del Metropolitan Museum di New York, dove attirava le folle.  Lo riporta, con grande enfasi, il paludato New York Times, che ad un anno dalla resa è andato a sbirciare nel museo romano, dove l’opera, trafugata a Cerveteri, è conservata dopo la sua restituzione all’Italia, l’anno scorso.
 Il vaso greco, risalente al 515 a.C. è chiuso in “un’ingombrante teca di vetro circondato da piccole luci natalizie, in una galleria sempre deserta”, scrive Michael Kimmelman, il giornalista del quotidiano della Grande Mela. Nel Museo il cratere passa pressochè inosservato, perduto in mezzo ad altre opere dello stesso tipo, “non rappresentando una grossa novità per gli italiani”.
 Dipinto dal ceramografo Eufronio, il cratere, che raffigura un episodio della guerra di Troia, con la morte di Sarpedonte, figlio di Zeus; il dio Hermes e la personificazione del Sonno e della Morte, era stato acquistato nel 1972 dal Met, consapevole delle origini sospette dell’opera.  L’ex direttore del museo Thomas Hoving, lo definiva una «hot pot» (pentola bollente) e lo aveva voluto fortemente, tanto da sborsare un milione di dollari all’antiquario americano Robert Hecht Jr, che lo aveva a sua volta comprato da un mercante d’arte italiano, Giacomo Medici, condannato in primo grado dalla giustizia italiana a 10 anni di carcere.  Prima di giungere negli Usa, l’opera era stata trafugata nel 1971 da un gruppo di ‘tombarolì in una zona di scavi archeologici etruschi a Cerveteri, la cittadina a nord-ovest di Roma, che possiede le più famose necropoli.