Sanità, ecco il nuovo piano regionale

15 ottobre 2009 | 20:39
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Sanità, ecco il nuovo piano regionale

Un testo di 311 pagine. Marrazzo: ‘Avremo molto lavoro da fare’

Maggiore attenzione ai disturbi dell’alimentazione, alla veterinaria e alla disabilità; istituzione di un’Unità di crisi e nascita di una Commissione tecnica consultiva sul rischio pandemico legato all’Influenza A: sono queste le novità dell’ultima bozza del Piano sanitario 2009-2011 della Regione Lazio, portata in Consiglio regionale dal governatore Piero Marrazzo. Un testo di 311 pagine, che prevede tra l’altro l’istituzione di distretti sociosanitari montani nei territori delle Asl Rmg, di Viterbo e Rieti. La giornata di Marrazzo sulla sanità regionale inizia con l’appuntamento a Palazzo Chigi. In Consiglio dei ministri il governatore snocciola tutte le cifre sulla sanità laziale, cercando di far capire che «gli obiettivi sono raggiunti in ragione della congiuntura”.
“Quest’anno – tiene a precisare – nel tendenziale c’è una differenza di circa 50 milioni, ma i conti si chiudono a 1,3 miliardi. Rispetto al passivo di 1,7 miliardi dello scorso anno, sono comunque 400 milioni in meno. In una fase in cui i costi della sanità aumentano credo che possa essere apprezzato”. Il presidente ricorda anche che quest’anno ci sono state minori entrate fiscali, con 40 milioni del bilancio dirottati verso l’Abruzzo. La tappa successiva di Marrazzo è il Consiglio regionale. Ad attendere il governatore nell’aula della Pisana però ci sono solo i consiglieri del centrosinistra e dell’Udc. Il Pdl, dopo aver lasciato nei giorni scorsi la commissione Sanità in segno di protesta, oggi ha deciso di manifestare contro il Piano sanitario davanti all’ospedale Forlanini. Non prima, però, di aver Tappezzato nella notte la città di manifesti con l’immagine di Marrazzo come la morte, con saio nero e falce.

“Il Pdl si è assunto una responsabilità enorme – esordisce Marrazzo in Aula -. Per una parte dell’opposizione, quella di oggi è soltanto una grande occasione mancata. Sarebbero stati importanti i rilievi da parte di chi conosce il territorio e ha il dovere di interpretarne le esigenze. E, invece, ci troviamo di fronte agli scranni vuoti dei consiglieri, rifugiati su un improbabile Aventino, e autoridotti a un silenzio forzoso e pretestuoso, che suona davvero come una resa”. Ma se da una parte il governatore biasima il Pdl, dall’altra esprime apprezzamento per il comportamento dell’Udc. «Non posso fare a meno – sottolinea parlando in Consiglio – di notare, invece, l’atteggiamento responsabile e propositivo dei consiglieri dell’Udc che voglio ringraziare a prescindere dalla posizione che vorrà prendere in aula sul Piano sanitario. È utile un confronto serrato da cui possano scaturire ipotesi nuove e proposte di lavoro. Mi riferisco, per fare un esempio concreto, a una delle sfide che ci ha lanciato proprio l’Udc e che noi ci sentiamo di dover raccogliere. Quello della semplificazione e della riduzione del sistema di governo delle Asl è una sfida che la maggioranza deve fare propria, perchè si tratta di un tema reale”. 

Marrazzo si sofferma poi sul San Giacomo. “Il nuovo ospedale – annuncia – riaprirà secondo standard nuovi, dando ai cittadini di Roma e del Lazio quei servizi di cui c’è una drammatica mancanza: sarà un poliambulatorio con un centro per assistere i malati terminali, con residenze per anziani, con un centro di igiene mentale”. La nuova struttura avrà “servizi veri, più utili e funzionali in quel quadrante di posti letto per acuto, usati impropriamente. Il San Giacomo, insomma diventa simbolo della nuova sanità anche per come si è arrivati al progetto per la sua rinascita, che è frutto di un confronto aperto e leale con il Governo, in particolare con il viceministro Fazio, che voglio ancora ringraziare, e con il Comune di Roma”. Marrazzo non manca di ricordare che la sua amministrazione è quella che si è assunta “la responsabilità della riconversione di un ospedale come il San Giacomo, senza timore di affrontare le proteste dei cittadini, spaventati dalle conseguenze di un cambiamento così radicale per la città. Abbiamo fatto tutto questo senza paura consentitemi di ricordarlo – di un’opposizione che non ha esitato a cavalcare strumentalmente tutte queste proteste, anche se significava andare contro decisioni prese e concordate con il governo nazionale. Un’opposizione che non si è fatta problemi a dar voce o a inventare di sana pianta enormi speculazioni sul San Giacomo, accordi segreti con costruttori e via dicendo. Sono tutti stati smentiti dai fatti”.

Detto questo il governatore torna sui conti per rimarcare che il Lazio è riuscito a fare “in tempi record quello che altre Regioni, ora virtuose, hanno fatto in 10 anni”. “Il debito pregresso di circa 10 miliardi è stato quasi interamente pagato esclusivamente con risorse regionali – rileva -. Il disavanzo è sceso da 2 miliardi a un tendenziale 2009 di 1 miliardo e 300 milioni. Siamo come una grande nave che, seppur lentamente, ha avviato un’inversione di rotta: la nostra prua, ormai, va in una direzione contraria a quella del passato. E questo è il dato più importante. Sui posti letto, ci era stato dato l’obiettivo di ridurne 4.800, ne abbiamo ridotti 4.100. Considerato poi il riconoscimento dell’effettivo aumento della popolazione, siamo già vicini al target di 3,5 posti letto per mille abitanti. Gli obiettivi da raggiungere restano quelli fissati dal Piano di rientro e sono stati in gran parte già realizzati”. Marrazzo spiega quindi che il principio generale che determina l’intero Piano “è quello dell’analisi della domanda di sanità“, una vera e propria “rivoluzione copernicana”, visto che finora “tutto il sistema ruotava intorno all’offerta”.

Ma cosa prevede la nuova bozza del Piano sanitario regionale, oltre alla riconversione dell’ospedale San Giacomo? Nell’Asl Rme, storicamente riconosciuta come l’Azienda sanitaria con il più alto indice di letti per acuti, verranno tagliati 800 posti; nell’Asl Rma 500, mentre il Nuovo Regina Margherita verrà trasformato in Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) e Presidio territoriale di prossimità (Ptp). Nell’ Asl Rmb il policlinico Tor Vergata avrà il Dea di secondo livello, mentre gli ospedali Casilino e di Velletri avranno il Dea di primo livello. Dea di secondo livello anche per il S. Eugenio nell’Asl Roma C. Al Grassi di Ostia (Asl Rmd) si stimano ancora 216 posti letto in meno e il Piano prevede quindi un investimento di 5,8 milioni di euro per recuperare nuovi locali. A Monterotondo Scalo (Asl Roma G) sorgerà il nuovo ospedale della Valle del Tevere, così come nella Rmh sorgerà l’ospedale dei Castelli a Fontana di Papa, sostituendo i presidi di Albano, Genzano e Ariccia.

Tutto questo, però, fa notare il consigliere del Pdl Fabio Desideri “non rappresenta una rivoluzione copernicana, ma un salto indietro di quasi due millenni”. Per Fabio Armeni (Pdl) “non si può presentare un piano di questa portata a fine legislatura, mentre per il senatore Domenico Gramazio (Pdl) “in realtà è un piano ospedaliero. Una truffa non concertata con le strutture e le amministrazioni”. Critico anche il consigliere dell’Udc Aldo Forte, che motiva la presenza in Aula del suo partito sostenendo che “la politica si fa all’interno delle istituzioni, a prescindere della condivisione degli atti che si discutono”. Per quanto riguarda il Piano invece, Forte osserva che nel documento viene privilegiato eccessivamente l’aspetto pubblico, sottovalutando quello privato, e che “avrebbe dovuto svolgersi nel 2005, perchè si tratta dell’atto di programmazione principale dell’amministrazione regionale, che incide anche su altri settori, soprattutto per gli aspetti economici-finanziari, e non a fine legislatura”.
Ma Marrazzo ribatte difendendo il suo progetto. “Qualcuno voleva chiudere anticipatamente questa legislatura – conclude – però noi avremo molto lavoro da fare e continueremo a lavorare fino alla fine. Oggi qualcuno ha tifato perchè il governo prendesse chissà quali provvedimenti rispetto al Piano sanitario e alle azioni fatte per il piano di rientro ma sono rimasti molto delusi”. (Velino)