Al Mattei la memoria storica diventa condivisione e non divisione

21 febbraio 2010 | 09:53
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Al Mattei la memoria storica diventa condivisione e non divisione

Cerveteri – Si è partiti dalle Foibe, si arrivati al dolore universale di ogni brutalità

Il Faro on line – Nei giorni scorsi, presso l’Auditorium dell’Istituto “Enrico Mattei”, c’è stata la Commemorazione del Giorno del Ricordo, istituito  il 30 Marzo dell’anno 2004  per le Vittime delle Foibe e dell’Esodo giuliano dalmata.
“Quest’anno si è celebrata nel nostro Istituto Mattei – racconta la professoressa Lucia Lepore, Delegata alle politiche della Pace – che prosegue così nel suo percorso didattico di  eccellenza . Conoscenza delle fonti storiche , ascolto dei testimoni. A scuola i ragazzi devono imparare a distinguere chi urla slogan  da  chi offre conoscenza. Percorso di eccellenza ,perché i nostri ragazzi non meritano niente che sia meno che eccellente”.
La Delegata alle politiche della Pace del Comune di Cerveteri, Lucia Lepore,  ha proposto al Consigliere Vincenzo Attili, Capogruppo dei Consiglieri del Pdl all’opposizione, di preparare insieme, quest’anno, il Giorno del Ricordo. La proposta è stata accettata e  l’incontro è stato preparato in  armonia insieme alle professoresse Temperi e Donnini. e ad alcuni studenti che hanno fatto ricerche   nella mediateca della Rai.
La relazione è stata affidata al Signor Franco Rodizza che ha tenuto a qualificarsi come “Profugo della città di Fiume”.
Invitato tutto il Consiglio Comunale. Presenti i Consiglieri Vincenzo Attili e Guido Rossi , la Vicepresidente del Consiglio Anny Costantini, il Sindaco Gino Ciogli. Bandiera italiana a mezz’asta e  fiori sul palco. Stemmi della città di Fiume, dell’Istria e della Dalmazia. La Preside Daniela Scaramella  introduce l’incontro e legge  la Circolare Ministeriale .Moderatice la professoressa Nicoletta  Temperi, dell’Istituto Enrico Mattei.
Si inizia con la proiezione di un filmato di Rai Educational- La Storia Siamo Noi.

Poi la relazione del Signor Franco Rodizza. Arduo il compito di spiegare , nel limitato tempo a disposizione la complessità dei fatti, lo scenario, le cause di tanti avvenimenti. Il relatore è molto bravo e parla anche come testimone, con la competenza , la precisione e la passione di chi ha vissuto quegli avvenimenti in prima persona catturando l’attenzione del pubblico. Non è previsto  dibattito per dare spazio all’ascolto. Solamente il Sindaco Gino Ciogli rivolge un saluto agli studenti ed elogia l’impegno dell’Istituto Mattei nel fornire le basi storiche e testimoniali per  la formazione di  una memoria condivisa.
Al termine della Cerimonia i rappresentanti degli studenti  chiedono ai partecipanti  di osservare un minuto di silenzio e poi una piccola delegazione, composta da  consiglieri, insegnanti , studenti e dal sindaco,  porta fiori bianchi e rossi  al Monumento ai Caduti di Cerveteri. Questa la cronaca di una cerimonia emozionante ed  equilibrata dove tutto è filato liscio, senza sbavature.
“Ora – prosegue Lucia Lepore – sono d’obbligo due righe di riflessione. Il Giorno del Ricordo è per tutta la Comunità ma  soprattutto per i giovani, che vivono immersi in una realtà nella quale tutto passa velocemente di moda e velocemente viene superato e dimenticato: il bellissimo  film dello scorso anno è introvabile nelle sale, le canzoni e il modello di computer di pochi mesi fa assolutamente sorpassati .Siamo invitati a dimenticare.
Ma  per i  nostri sentimenti più profondi non funziona così Le cose belle che ci capitano noi ce le ricordiamo bene, per sempre. E se ci capita un fatto doloroso, se abbiamo subito un’offesa o un  torto ce lo ricordiamo anche meglio. Ci sono persone che continuano a  discutere e a  litigare per questioni ed  episodi  così lontani nel tempo che agli osservatori esterni sembrano del tutto insignificanti e  superati.
A volte invece il dolore è così forte che si inabissa dentro di noi ; sembra  dimenticato,  ma in realtà lo abbiamo solo rimosso e negli abissi di noi stessi fa danni alla nostra anima che magari dimentica ma non guarisce. L’unico rimedio è parlare, far riaffiorare quel dolore e parlarne.
Quello che vale  per la nostra storia  personale, vale  anche per la Storia del nostro Paese e del mondo intero.
 Ci sono fatti così dolorosi nella nostra storia nazionale che non possono essere dimenticati solo perché è passato del tempo. Il tempo non  cancella  niente se non si passa per la verità accertata e riconosciuta da tutti.
Occorre parlare ,raccontare,  ascoltare i racconti di chi ha sofferto.Solo così si può sperare che in futuro non si ripetano delle  tragedie .Solo così si può riprendere il cammino.
Tanti anni fa, nello splendore della nostra civiltà comunale, precisamente nel 1289, i Fiorentini e gli Aretini si affrontarono nella Piana di Campaldino. Fu un massacro e rimasero sul campo migliaia di morti.
Questa ferita è stata  rimarginata  e lo stesso è accaduto per le guerre risorgimentali tra Italia ed Austria.
Meno bene è andata  per altre vicende. Malissimo è andata per la “scoperta “ dell’America dove la parola “scoperta” ha significato conquista brutale e sterminio di intere popolazioni. Il silenzio assordante che ne è seguito non ha coperto il dolore di chi ha subito quegli stermini .
Non è andata meglio per la deportazione  e la riduzione in schiavitù di milioni di  Africani. Il tempo non basta a cancellare certe ferite e non si può caricare solo sulle spalle di chi ha subito un’offesa la responsabilità di rielaborare la memoria. E così via, di esempi ce ne sono tanti. Vittime della Shoà; Deportati nei Gulag staliniani, Desaparecidos in Argentina ….
Durante il recente conflitto nell’ex Iugoslavia ascoltavo con grande sconcerto  alcuni Serbi che si riferivano con  rancore  allo sterminio avvenuto durante la battaglia nella Piana dei Corvi. Ne parlavano  come di una tragedia recentissima.
Eppure questa battaglia è avvenuta nel 1389!! E’ ovvio che la memoria non era stata rielaborata.
Per questo sono necessari  gesti come quello di Papa Giovanni Paolo II che sulle coste occidentali dell’Africa, davanti all’”Isola degli schiavi”, ha fatto memoria del dolore di tanti africani strappati alla loro terra e ha pronunciato a nome di tutti un “mea culpa”. E così hanno cominciato a fare in diverse occasioni  e circostanze alcuni Parlamenti europei.
Abbiamo molti fatti dolorosi nella nostra storia nazionale, rimossi e dimenticati.
Nei libri  di scuola non se ne faceva neanche  menzione . L’Eccidio delle Foibe è uno di questi.
Dobbiamo tramandare ai giovani la consapevolezza di avvenimenti che fanno parte della nostra storia.Occorre guardarne in faccia i lati oscuri. La comunità deve prendere coscienza di ciò che è avvenuto e  ascoltare il dolore di chi ha sofferto. Ed è un bene che le Istituzioni si facciano carico di memorie con-divise per evitare il ripetersi di memorie “contro”.