Decreto salva-liste, la Regione ‘chiama’ la Corte Costituzionale

6 marzo 2010 | 21:49
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Decreto salva-liste, la Regione ‘chiama’ la Corte Costituzionale

manifestazione del centrosinistra in piazza. Il centrodestra: ‘Il Dl è una difesa della democrazia’

Presto il decreto salva-liste del governo arriverà sul tavolo della Corte Costituzionale (nella foto). A portarcelo sarà la giunta regionale del Lazio, pronta a sollevare davanti alla Consulta un ricorso per conflitto di competenze tra Stato e regione. Il motivo l’ha spiegato il vicepresidente della giunta Esterino Montino nel corso di una manifestazione anti-dl organizzata al Pantheon dal centrosinistra: il testo lede le attribuzioni della regione. Il ‘dl interpretativòo’, che rimette di fatto in gioco le liste Pdl escluse dalle Regionali, sarebbe infatti “anche innovativo”.  “In base alla sentenza della Consulta del 2004 – ha spiegato Montino – la Regione è l’unica istituzione competente per le elezioni regionali. E infatti dopo quella sentenza la regione varò una propria legge”. I giuristi del Lazio sono già all’opera per verificare gli estremi del ricorso, e la giunta, convocata per domenica sera in seduta straordinaria, darà mandato ai legali per adire alla Corte. E non basta: la regione si è costituita anche presso il Tar, dove verrà annunciata la decisione di aver sollevato il conflitto di competenza.  I giudici amministrativi, infatti, dovranno affrontare lunedì il ricorso presentato dal Pdl per l’esclusione (confermata dal Tribunale e dalla Corte d’Appello) della lista provinciale di Roma, alla luce del nuovo decreto. E anche in questo caso sarà chiamata in causa la Corte, il cui intervento è stato richiesto dal Movimento Difesa dei cittadini. Dal Tar, comunque, fonti giudiziarie lasciano trapelare “serenità e obiettività“, mentre il Pdl sembra convinto che già nella giornata di lunedì sarà possibile consegnare gli
elenchi.

Molto meno serene le opposizioni, scese in piazza a Roma. Molti i big intervenuti, da Massimo D’Alema a Dario Franceschini fino alla stessa candidata del centrosinistra Emma Bonino: “Il dl è uno schiaffo ai cittadini onesti – ha detto in piedi su una sedia – E non è detto che verrà riconvertito, perchè se perdessero potrebbero voler interpretare il risultato: chi ha fatto questo potrebbe essere capace di tutto. È un momento critico per la democrazia, siamo al funambolismo dell’illegalità“. E poi un accenno all’ipotesi, al vaglio dei radicali, anche di un ritiro dalla competizione. “Se avessi ascoltato solo me stessa – ha aggiunto – avrei già detto che con i bari non si gioca, ma è necessario un confronto con tutte le altre forze della coalizione: no a sterili e perdenti aventini”. Una frase a cui ha replicato, in serata, la sua rivale-candidata del centrodestra Renata Polverini: “Non vuole giocare con bari? Non giocasse”.

Martedì è stata convocata un’assemblea nazionale dei radicali, che sceglierà cosa fare: nessuna ipotesi, anche quella di ritirare le liste, è esclusa.  Il centrodestra intanto difende il decreto: per il sindaco di Roma Gianni Alemanno è “una difesa della democrazia”, mentre per la Polverini oggi “non c’è più una situazione ingarbugliata: abbiamo tutte le carte in regola per vincere”. E vuole chiudere con le polemiche anche il coordinatore regionale Pdl Vincenzo Piso, annunciando che il famoso scatolone con le liste rimasto in consegna presso i carabinieri del Tribunale di Roma “sarà dissigillato in pubblico, così da dimostrare che nessun nome è stato cambiato in corsa, che il capolista non è l’alemanniano Pietro Di Paolo, nè sono stati sbianchettati i nomi di Piccolo, Palozzi e De Lillo, tutti nomi ricorrenti nei boatos”.(fonte: Ansa)