Regionali, il Tar del Lazio respinge la sospensiva ma non entra nel merito

8 marzo 2010 | 19:54
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Regionali, il Tar del Lazio respinge la sospensiva ma non entra nel merito

La lista del Pdl è fuori per ciò che riguarda i ricorsi, ma può ancora essere riammessa dopo l’odierna presentazione delle liste. Il caos prosegue.

Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento della Corte d’Appello che aveva decretato la non ammissione della lista provinciale del Pdl. Questo il contenuto dell’ordinanza emessa dal Tar e letta dal presidente della seconda sezione bis, Eduardo Pugliese. Tra le motivazioni la non applicabilita’ del decreto legge interpretativo varato
dal Consiglio dei ministri il 5 marzo in quanto, ha spiegato il presidente Pugliese, “nella regione Lazio la materia elettorale e’ disciplinata dalla legge 2 del 2008” e “il sistema di elezione e’ oggi disciplinato nei limiti dei principi di legge”. Inoltre, per il Tar non puo’ essere considerato sufficiente la circostanza che, prima delle 12 dell’ultimo giorno utile della consegna delle liste elettoriali al tribunale di competenza, i rappresentanti del Pdl fossero all’intero del perimetro dell’Aula giudiziaria, in quanto non e’ dimostrabile che avessero con sé  l’intera documentazione necessaria a depositare le liste.

I giudici hanno rinviato al 6 maggio prossimo l’udienza per discutere il merito del ricorso, spiegando che l’eventuale rinvio alla Corte costituzionale sulla legittimità del decreto cosiddetto ‘salvaliste’, sarà deciso in quella sede. Il ricorso, in sostanza, non è stato dunque respinto ma, allo stesso tempo, le toghe hanno deciso di non riammettere in via cautelativa la lista.

La lista potrebbe comunque essere ammessa grazie al nuovo iter avviato oggi presso l’ufficio elettorale del Tribunale, al quale è stata consegnata ex novo la documentazione. Domani il Tribunale darà l’ok o meno alla verifica formale dei nuovi documenti. Ma se arriverà l’ok, il Pd ha già annunciato che farà nuovamente ricorso al Tar.

Intanto resta in piedi il ricorso alla Consulta presentato dalla Regione Lazio, al quale si è affiancato quello della Lombardia e, in serata, anche quelli di altre Regioni.
Così come resta ancora aperta, per il Pdl,  l’ipotesi del ricorso al Consiglio di Stato.