Di Nitto sulla Festa del Pd: ‘Un partito chiuso che rinuncia al confronto’

12 settembre 2010 | 09:46
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Di Nitto sulla Festa del Pd: ‘Un partito chiuso che rinuncia al confronto’

Strali dekl segretario politico dell’Udc sull’ostracismo della nuova sinistra

Il Faro on line – “Le feste di partito rappresentano l’occasione ed il momento per dar vita ad incontri e confronti sui principali temi amministrativi e politici.Queste manifestazioni post estate sono andate sempre più consolidandosi nel tempo fino ad assumere una vera e propria  agenda di appuntamento per i partiti e la politica”. A parlare è il segretario politico dell’Udc di Formia prof. Giuseppe Di Nitto.
“Normalmente in queste kermesse i rappresentanti degli altri partiti contribuiscono ad elevare il livello del dibattito. Gli ospiti sono considerati un valore aggiunto, essenziali per dare il giusto contorno alle manifestazioni. Basterebbe citare la partecipazione di leader di altre forze politiche nazionali e ministri  presenti in questi giorni alla festa nazionale del PD a Torino. Nella nostra città  questa apertura che dovrebbe caratterizzare e qualificare una forza politica di opposizione come il PD, viene condizionata da un clima pregiudiziale ed ideologico che di fatto relega il partito democratico dentro una gabbia chiusa. La politica ragionata lascia il passo alla personalizzazione e allo scontro. Non si ha il coraggio di uscire fuori  dagli steccati ed aprirsi a forme di partecipazione e di dialogo con gli avversari. Non sfugge a nessuno che – nel mentre a livello nazionale ed anche provinciale –  esponenti di primo piano del PD cerchino il confronto con l’Udc – a Formia tutto ciò non avviene. Non si spiegherebbe altrimenti come nel capoluogo ed in altre piazze del territorio pontino venga  invitato l’assessore regionale Aldo Forte a dibattiti con il consigliere regionale Claudio Moscardelli mentre tutto ciò non avviene nella sua città. Questo  aspetto astioso ci fa comprendere il limite esistenziale di un partito che preferisce una sua ghettizzazione e marginilazzione al ruolo di forza trainante di opposizione. Una rinuncia alla crescita che ha aperto ferite anche al suo interno, alla luce delle dimissioni di un segretario di circolo e dei tanti consiglieri comunali,  che nel tempo hanno abbandonato il gruppo.
Eppure per governare una città è strategico misurarsi con una forza di minoranza propositiva, attenta ed incalzante. Uno stimolo critico per l’esecutivo e per la stessa maggioranza, un contributo dialettico e programmatico per favorire sui grandi temi lo sviluppo di un territorio. Tutto questo dovrebbe essere e rappresentare un partito moderno, aperto nel recepire i cambiamenti ed i mutamenti della società, a raccogliere le istanze della gente, a misurarsi sulle grandi questioni culturali e ambientali. Non ci risulta – conclude Di Nitto – che il PD dei Carta e dei Bartolomeo abbia avviato un processo critico di trasformazione generazionale e gestionale  consentendo quel ricambio necessario alla crescita del movimento. Il PD locale non è altro che una velina del vecchio PCI , diventato PDS e poi  DS. La componente cattolica della ex Margherita è pressoché scomparsa decretando di fatto il fallimento dello stesso PD.  Moscardelli e Bevilacqua dovrebbero riflettere e prenderne atto, non basta e non serve allestire una semplice festa di partito se poi non si ha la capacità di allargarsi al pluralismo ed alla democrazia”.