Inaugurato il sagrato ‘Giovanni Paolo II’

19 dicembre 2010 | 21:52
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Inaugurato il sagrato ‘Giovanni Paolo II’

Presente alla cerimonia il Vescovo di Albano Monsignor Marcello Semeraro

Il Faro on line – E’ stato inaugurato ieri pomeriggio, con una cerimonia particolarmente suggestiva e apprezzata dalla comunità, il sagrato della chiesa San Lorenzo Martire di Tor San Lorenzo. L’opera, fotemente voluta dal precedente parroco padre Ennio e realizzata grazie alla sinergia tra l´amministrazione comunale e le aziende private, è stata intitolata a Giovanni Paolo II in ricordo di un “grande papa rimasto nel cuore di tutti e nei sentimenti di tutti gli italiani”, come sottolineato dal sindaco Carlo Eufemi. Ad aprire la cerimonia il classico taglio del nastro da parte del primo cittadino di Ardea e di mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano. A seguire la liturgia della parola in cui il vescovo ha sottolineato il valore
del sagrato che “rappresenta un punto di passaggio, ma al tempo stesso un punto di incontro. e´ il luogo di passaggio per entrare nella chiesa, ma se lo si guarda dalla porta di uscita della chiesa, il sagrato rappresenta anche il punto di passaggio per entrare nel vivo delle problematiche, delle attività e degli impegni di una società umana. e´ giusto che a tutti coloro che hanno scelto, pensato e realizzato quest´opera vada la nostra riconoscenza”.

A far da contorno e accompagnare la cerimonia, le note della banda cittadina “Filarmonica città di Ardea” a cui il sindaco ha donato un presente al termine della cerimonia a nome di tutta l´amministrazione comunale. A seguire il discorso del sindaco Eufemi: “questo evento è un segno della presenza della comunità locale al fianco della parrocchia e al fianco del lavoro che svolge il parroco don Franco. Grazie al contributo di alcuni cittadini è stato possibile realizzare il sagrato della chiesa: un segnale che inaugura di fatto una stagione importante di opere che questo quartiere vedrà nel 2011 a cominciare dall´intero rifacimento del viale principale, che diventerà il corso di accesso alla città di ardea e del quale saremo
molto orgogliosi. un segno inaugurale anche per il lavoro che stiamo svolgendo perché la città divenga sempre più accogliente, migliore, con più servizi, con più occasioni e luoghi di incontro. Intitolare il sagrato a Giovanni Paolo I è motivo di grandissimo prestigio per la città di ardea: un papa che è rimasto nel cuore di tutti noi, nei sentimenti di tutti gli italiani. Ringraziamo il Vescovo Semeraro, don
franco, tutte le autorità civili, militari e religiose presenti e in particolare i privati cittadini che con il loro contributo hanno reso possibile consegnare quest´opera così importante alla comunità; un´opera che abbiamo voluto realizzare con grande volontà e determinazione”. Al termine del discorso, il sindaco e il vescovo Semeraro hanno scoperto la targa con inciso il nome del Papa tra gli applausi dei numerosi cittadini presenti. in conclusione, il primo cittadino ha donato un riconoscimento a nome di tutta l´amministrazione comunale in segno di gratitudine a coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell´opera, in particolare l´ing. Remo Baragatti, l´arch. Roberto Patriarca e a tanti artigiani ed imprese locali.

L’importanza del sagrato per la comunità cittadina e parrocchiale come punto di aggregazione ringraziando chi ne ha reso possibile la realizzazione alla cerimonia erano presenti assessori e consiglieri comunali, polizia municipale di Ardea, polizia di stato, carabinieri, e diverse associazini del territorio come le protezione civile. L’imponente opera che oggi da bella vista e lustro alla frazione di Ardea è stata caparbiamente voluta dal precedente parroco padre Ennio e favorita  all’amministrazione guidata da Mariano Amici e realizzata sotto la direzione dei lavori dell’arch. Piero Virgili che ne è stato anche il progettista. Padre Ennio con caparbietà ha portata avati l’opera fino alla sua consacrazine, assolta la sua missione ormai divenuto l’unico punto di riferimento per i cittadini, difensore dei deboli e degli diseredati tanto che Padre Ennio non ne faceva mistero nelle sue infocate prediche e forse per una “pax populi” fu trasferito Nettuno. In sua difesa la popolazione organizzò invano veglie di preghiera e fiaccolate, ma padre Ennio ancora ricordato a Tor San Lorenzo ubbidì e lasciò la parrocchia da lui plasmata.

Luigi Centore