Ardea ricorda il maestro Manzù

15 gennaio 2011 | 20:24
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Ardea ricorda il maestro Manzù

Celebrazioni per il ventennale della morte

Il Faro on line – Alla presenza di autorità civili, militari e religiose, si è svolta ad Ardea la commemorazione del ventennale della morte del Maestro Giacomo Manzù organizzata dall’amministrazione comunale rappresentata per l’occasione dal vicesindaco ed assessore al bilancio avv. Maria Pia Pagano accompagnata dai consiglieri comunali, Fabrizio Acquarelli, Massimiliano Giordani, Antonino Abate, Luca Di Fiori dal presidente del consiglio comunale Policarpo Volante e dal decano dei consiglieri comunali Bruno Cimadon che come ex sindaco di Ardea ha avuto personalmente modo di conoscere e collaborare con il Maestro Giacomo Manzù. Indispensabile è stata per l’organizzazione la professionalità della Dott.ssa Marcella Cossu direttrice del museo.

La cerimonia è iniziata con una messa in suffragio dello scomparso Maestro, funzione religiosa officiata dal parroco della cattedrale di San Pietro Apostolo Monsignor Adriano Gibellini che l’ha concelebrata con Don Italo Belli della Diocesi di Albano Laziale, il reverendo è stato nella sua permanenza a Roma, aiutante del Monsignor Francia parroco  della chiesa degli artisti di Piazza del Popolo.

Al termine della funzione religiosa, un lungo corteo di cittadini guidato dal vicesindaco Maria Pia Pagano e la signora Inge Manzù scortati dal luogotenente Antonio Landi comandante la tenenza carabinieri di Ardea e da una rappresentanza della polizia municipale, è sceso dall’antica rocca di Ardea per  raggiungere il sottostante museo ove riposa il Maestro Giacomo Manzù considerato il più grande artista del novecento, tanto che lo si ritiene il “Michelangelo del novecento” come ha avuto modo di ricordare nel suo discorso lo stesso vicesindaco Pagano.  La sfilata di pubblico ed autorità raggiunto la tomba del Maestro, il vicesindaco Maria Pia Pagano ha deposto due fasci di fiori una dell’amministrazione comunale e l’altro del sindaco Carlo Eufemi. La vicesindaco Pagano nel suo discorso ha ricordato come il Maestro amava la sua Ardea tanto da volerci restare  per l’eterno riposto. L’assessore, ha ricordato tra l’altro l’impegno profuso proprio dalla Signora Manzù  affinchè si costituisse una fondazione per un museo che ad Ardea raccoglie le opere del Maestro, opere ha detto il vice sindaco che sono lustro e ricchezza per un paese che proprio grazie ad esse è invidiato da tutto il mondo. L’assessore ha concluso ringraziando l’impegno e la sensibilità dell’assessore alla cultura e soprattutto il sindaco Carlo Eufemi per organizzare la cerimonia che porterà Ardea alla ribalta mondiale. La direttrice del museo Marcella Cossu, ha ricordato gli impegni   che proseguiranno nel pomeriggio nei saloni del  museo. 

A partire dalle ore 16.00, si è dato inizio ai lavori con una conferenza del Professor Giancarlo Alteri dedicata alla copiosa produzione di medaglie e piccoli formati di Giacomo Manzù, con particolare attenzione al rappresentativo nucleo di proprietà della Biblioteca Apostolica Vaticana, si è  proseguito con l’omaggio musicale del coro polifonico “storico” della Raccolta Manzù, i Rutuli Cantores, reduci dall’avere appena celebrato, come l’artista bergamasco, il primo ventennale della loro esistenza di gruppo canoro. Si tratta, per i “cultori” di Manzù, soprattutto se del territorio, di un appuntamento particolare, celebrato annualmente all’interno della “Raccolta” con singolare intensità e commozione, a causa del profondissimo legame instaurato dallo scultore con il luogo di adozione, dove scelse di stabilirsi definitivamente a partire dalla metà degli anni sessanta, al compimento della sua più grande e celebre opera, la “Porta della Morte” di San Pietro. Pare quindi particolarmente indicato, a celebrarne la ricorrenza, l’intervento del Professor Alteri, direttore del Dipartimento Numismatco della Biblioteca Apostolica, quasi a riannodare le fila della grande empatia e della profonda amicizia che aveva legato, a cavallo tra gli anni cinquanta e i sessanta, i due bergamaschi più illustri del Novecento, Papa Giovanni ventitreesimo e Giacomo Manzù, fino alla morte del primo, intervenuta nel 1963; nel 2007, inoltre, una grande selezione di opere provenienti dalla stessa Raccolta Manzù ha preso parte, presso le sedi espositive di Collezioni Numismatiche a Roma e del Museo Hermitage a San Pietroburgo, alla grande mostra dal titolo Tu Es Petrus, celebrativa dei cinquecento anni della Basilica di San Pietro, curata dallo stesso Professor Alteri.

La principale causa di attaccamento dei fruitori – e, ci si augura, “conservatori”- dell’ “Ecomuseo del Lazio latino e virgiliano” di cui la Raccolta Manzù è sempre più ganglio vitale e centro di interpretazione è senz’altro costituita dal fatto che l’artista scelse di essere sepolto precisamente in “quel” luogo, dando così prova di enorme attaccamento alla terra d’adozione e d’elezione, tanto più raro in un “déraciné”isolato, tanto più frequente proprio nella folta schiera dei “déraciné” calati dal nord per tutta la prima metà del novecento a bonificare e coltivare Agro Romano e Agro Pontino. Manzù, artista sensibile e coltissimo, coglie per intero l’incanto e l’elegia di luoghi dove mito e realtà si confondono, e se ne appropria e ne nutre la propria ispirazione artistica, così come si nutre fino alla fine della presenza e dell’appoggio della moglie Inge, ideatrice e realizzatrice della “Raccolta”. Ecco perché il “saluto” iniziale a Inge è e sarà, sempre, un “grazie”. Previsti gli interventi di Inge Manzù, Paolo Dei Santi, Assessore alla Cultura, e Maria Pia Pagano, Assessore ai Beni Monumentali, del Comune di Ardea. Previsto altresì, con l’occasione, un parziale riallestimento temporaneo della sezione numismatica della Raccolta, consistente in 15 medaglie in argento e in bronzo eseguite, a partire dalla metà degli anni cinquanta, in stretta connessione con le più celebri tematiche della scultura di Manzù”.

La cerimonia mattutina prettamente religiosa, si è conclusa con la benedizione dell’arciprete Don Adriano e con una preghiera il corteo ha salutato il più grande Maestro del novecento Giacomo Manzù. Nel pomeriggio la cerimonia è continuata.

Luigi Centore

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