Un patto con i rom dietro al traffico di droga, quindici arresti

3 marzo 2011 | 00:15
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Un patto con i rom dietro al traffico di droga, quindici arresti

Scoperto un asse per lo spaccio di sostanze stupefacenti tra Terracina, Napoli e Catanzaro

Il Faro on line – Un accordo tacito per spartirsi il mercato della droga nel capoluogo calabrese. Lo avevano raggiunto con il gruppo rom di Catanzaro i quindici arrestati nell’ambito dell’operazione ‘U cinese’, portata a termine dai Carabinieri di Catanzaro. L’intesa prevedeva che il gruppo immettesse sul mercato solo hashish e marijuana, mentre i rom si occupano di droghe pesanti quali eroina e cocaina. Un retroscena svelato dal procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo, nel corso della conferenza stampa convocata dagli inquirenti. Cinquanta indagati, diciassette ordinanze di custodia cautelare, due persone irreperibili: sono alcuni dei numeri dell’inchiesta che ha svelato un asse per il traffico di droga tra Terracina (in provincia di Latina), Napoli e Catanzaro.
I carabinieri del Comando provinciale del capoluogo calabrese hanno chiuso il cerchio dopo un anno e mezzo di indagini che hanno portato in carcere gli organizzatori del traffico: Biagio C., 39 anni, vigile del fuoco domiciliato a Terracina; la moglie, Ida P., 37 anni, anch’ella domiciliata nella provincia di Latina; Sergio R., 34 anni, di Catanzaro, soprannominato “U cinese” per i suoi tratti somatici, alias che ha dato anche il nome all’ operazione; e Domenico R., 55 anni, di Catanzaro. Con loro, in carcere anche: Vincenzo D.; Antonio D.; Francesco D.; Salvatore P.; Stefano R. e Michele S.. Agli arresti domiciliari sono finiti: Francesco A., Gennaro F.; Danilo L. S.; Marco R. e Nicola T.. Due gli irreperibili dei quali non sono state rese note le generalità.
La droga finiva sul mercato di Catanzaro e della provincia, con collegamenti nella zona di Roccelletta di Borgia e Squillace e verso Botricello dall’altra lato della costa ionica, tutte realta’ con importanti flussi turistici. Il gruppo sgominato con l’operazione avrebbe svolto un ruolo di grossista, che rivendeva lo stupefacente, secondo le indagini, ad altri spacciatori, con la possibilità di un ulteriore passaggio a piccoli spacciatori. Tra gli arrestati, oltre ai promotori dell’attività illegale, anche sei pusher. Ingente la disponibilità economica evidenziata dagli inquirenti, con il vigile del fuoco che, secondo le ricostruzioni investigative, avrebbe fatto ricorso anche a prestiti personali per finanziare l’acquisto di droga.