Rimorchiatore italiano bloccato a Tripoli

21 marzo 2011 | 18:19
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Rimorchiatore italiano bloccato a Tripoli

Otto italiani a bordo. Il comandante è di Gaeta. La Russa: “Se sarà necessario interverremo”

Il Faro on line – Un rimorchiatore d’altura italiano, l’Asso 22, è stato bloccato nel porto di Tripoli da uomini armati. A bordo 11 membri d’equipaggio: otto italiani, due indiani e un ucraino. Il comandante Luigi Chiavistelli è di Gaeta Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha specificato come non si possa escludere l’ipotesi di un sequestro. “Siamo a disposizione per un’evacuazione del personale del rimorchiatore con ogni strumento possibile”, ha aggiunto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. “Quando e se ce lo chiederanno interverremo, ma non dipende solo dalla Difesa”.

La situazione è monitorata da una nave della Marina militare che si trova nell’area. Il rimorchiatore è della società Augusta Offshore Spa di Napoli, fondata nel 1986, specializzata nel servizio di assistenza alle piattaforme petrolifere in Nord Africa e in Brasile. “In Libia – ha detto l’armatore Mario Mattioli – lavoriamo con un cliente locale partner dell’Eni”.

La ricostruzione dell’armatore
L’Asso 22, secondo la ricostruzione della società armatrice, era giunto a Tripoli venerdì scorso dal porto di Mellitah – a 120 chilometri dalla capitale libica, dove la compagnia opera stabilmente dal 2004 – “per una normale attività richiesta dai noleggiatori”. Tutto si svolge regolarmente: la sera l’Asso 22 imbarca gasolio e  resta in attesa di istruzioni. Nella notte su sabato alcune persone, sedicenti funzionari dell’Autorità portuale libica, salgono a bordo chiedendo una serie di dati tecnici, poi sbarcano. Sabato pomeriggio le stesse persone si ripresentano. Questa volta dormono a bordo. Le autorità italiane competenti vengono costantemente informate dalla compagnia. I fatti precipitano quando a bordo si presentano “militari libici armati che intimano al comandante di sospendere tutte le comunicazioni” e imbarcano due gommoni “fast boat”. L’Argo 22 lascia il porto di Tripoli, “dirigendosi fuori dalle acque territoriali verso nord ovest”.

La testimonianza di un parente
La moglie di uno degli otto, Salvatore Boscarino, 50 anni, di Pozzallo (Ragusa) ha sentito l’ultima volta il marito ieri sera e l’uomo, confermandole il sequestro da parte di “gendarmi libici”, l’ha rassicurata sulle condizioni di salute sue e dei suoi compagni. Rassicurazioni che non sono servite: “sono molto preoccupata”, dice la donna. Anche gli altri familiari sono “angosciati”.
 La situazione è seguita con attenzione dalla Farnesina, che la definisce “fluida” e ritiene “prematura” ogni valutazione.

Il rimorchiatore
L’Asso 22 due anni fa salì all’onore delle cronache per una importante operazione di soccorso di immigrati di cui fu protagonista: era il marzo del 2009 quando il rimorchiatore riuscì a mettere in salvo oltre 350 migranti al largo delle coste libiche. In quel periodo il rimorchiatore, lungo 75 metri, stava assistendo tre piattaforme petrolifere al largo della Libia quando incrociò una carretta del mare in difficoltà carica di migranti che fu agganciata e rimorchiata fino al porto di Tripoli. In seguito al quell’operazione la Cgil Campania chiese che all’equipaggio del rimorchiatore fosse conferita la medaglia al valor civile.