Oriana Fallaci, l’omaggio di Sabaudia

19 settembre 2011 | 04:38
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Oriana Fallaci, l’omaggio di Sabaudia

Successo per il convegno promosso nell’ambito del Premio Pavoncella

Il Faro on line – Combattente, ostinata “pasionaria”, indomita polemista: Sabaudia ha reso omaggio a Oriana Fallaci, icona del giornalismo del ‘900, con una giornata di studi patrocinata dal Comune di Sabaudia (assessorato ai servizi sociali), in collaborazione con il Parco nazionale del Circeo, nell’ambito delle iniziative culturali promosse in occasione della prima edizione del premio alla creatività femminile «Pavoncella» (http://www.premiopavoncella.com/), organizzato da Francesca d’Oriano e promosso da Elena Daneo. Ideato e condotto da Emilia Costantini, firma del Corriere della Sera, il convegno ha cercato di tracciare un ritratto fedele della Fallaci, riportandone alla luce la profonda umanità, svelandone la più intima fragilità di madre mancata, carpendone contraddizioni, errori, lati nascosti, anche attraverso il contributo di filmati di Rai Teche e Rai Storia. Dopo i saluti del sindaco Maurizio Lucci, del presidente dell’Ente Parco del Circeo Gaetano Benedetto, dell’assessore ai servizi sociali Marilena Gelardi, della giornalista Daniela Brancati, presidente del Premio Pavoncella, la parola è passata a Eleonora Andreatta, capostruttura di Rai Fiction, al lavoro per realizzare – insieme alla Fandango – un grande progetto sulla Fallaci: «La sceneggiatura è affidata a Sandro Petraglia e Stefano Rulli. Ci siamo resi conto che la Fallaci è un personaggio che tutti conoscono o credono di conoscere e il rischio è quello di cadere negli stereotipi o avere una visione parziale. Qual è allora la nostra chiave di lettura? Quella di una donna lottatrice, guerriera, in primis nella lotta contro la sua malattia. In questa cornice due interlocutori: il nipote Edoardo e la giovane Oriana».

«Le biografie televisive e cinematografiche che riescono meglio – ha sottolineato Steve Della Casa, direttore artistico del RomaFictionFest – sono quelle in grado di aprire uno squarcio su un periodo storico e nel caso della Fallaci si parla di tutto il mondo, dal Vietnam a New York. Non sarà facile». Il ricordo nelle parole di Ottavio Di Brizzi, responsabile editoriale della Bur Rizzoli: «Si dice spesso che la Fallaci era impopolare e invece era incredibilmente popolare considerato il numero di copie vendute dei suoi libri. Ho lavorato con lei. Era rabbiosa all’idea di dover morire perché la considerava una ingiustizia. Aveva un controllo assoluto della sua immagine e del suo personaggio; non sopportava la banalità e supervisionava tutto. Si cominciava a lavorare molto presto la mattina, nella sua casa di Milano, e si andava avanti per tutta la giornata. Quando era a New York era capace anche di telefonare alle 4 di mattina, ora italiana, senza pensare al fuso orario, solo per modificare piccole cose in vista della ristampa di una sua opera». A dare corpo e voce a Oriana Fallaci ci ha pensato Monica Guerritore, protagonista dello spettacolo teatrale «Mi chiedete di parlare…», tratto dagli scritti della giornalista e presto in tournée in tutta Italia. Cosa vuol dire portare in scena la Fallaci? «Sul palco c’è tutta la sua rabbia, la sua passione, la sua voglia di essere libera e non appartenere a nessuna casta – ha detto la Guerritore – E il pubblico risponde in maniera straordinaria perché ha fame di lei». La serata si è conclusa con un happening nella splendida cornice dell’hotel «Il San Francesco» alla presenza di ospiti illustri del panorama politico e culturale, tra i quali il giornalista Giovanni Russo, Franca Fendi e Nori