Caritas, cresce il numero dei poveri

2 gennaio 2012 | 18:42
Share0
Caritas, cresce il numero dei poveri

Il rapporto annuale sulla povertà, curato per il terzo anno consecutivo dalla Diocesi di Porto-Santa Rufina, sarà presentato nell’aula consiliare Karol Wojtila del comune di Fiumicino sabato 14 gennaio

Il Faro on line – “I poveri non nascono poveri per vocazione. Se uno è scivolato ai margini della sopravvivenza, per errore o per disgrazia, non è agevolato a tornare nel mondo dei “normali”, anzi viene lasciato e giudicato per il suo non essere come gli altri. Così il povero è povero due volte, per la sua indigenza e per la non dignità”. E’ questo ciò che sosteneva monsignor Diego Bona che il 27 marzo del 1986 istituì la Caritas diocesana di Porto–Santa per promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale nelle forme adatte ai tempi e ai bisogni, per lo sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione educativa. Ed oggi, in piena crisi  globale, con la “recessione” galoppante, si assiste purtroppo ad uno “scivolamento” verso la povertà anche da parte di quelle classi sociali piccolo-borghesi che un tempo non correvano questo pericolo.

E per il terzo anno consecutivo la Caritas Porto-Santa Rufina ha pubblicato il “Report annuale delle povertà” nel quale si affronta il tema, particolarmente noto al mondo del volontariato, le cui dimensioni e caratterizzazioni diventano sempre più preoccupanti in considerazione della crisi che sta vivendo il nostro sistema sociale.
Il rapporto affronta il tema della povertà e dell’esclusione sociale, sia in senso assoluto, sia nel territorio del Lazio sia nel territorio della Diocesi. La problematica è trattata, come al solito, partendo dall’esperienza concreta dei Centri di ascolto che costantemente offrono, nelle diverse parrocchie in cui sono istituiti, il primo punto di accoglienza nei confronti di chi si rivolge per aiuto attraverso l’impegno attento e costante degli operatori.
Ed è proprio attraverso l’analisi dei bisogni rappresentati che è descritto un campione di “poveri” da cui risulta una crescita inarrestabile che in un solo anno, nell’area del centro Italia è cresciuta, relativamente alla “povertà relativa”, dal 7,6 all’ 8,6 per cento. Risulta inoltre, che la condizione di “povertà relativa” colpisce, nella stessa area geografica, il 5,1 per cento degli occupati, con una lieve distinzione tra dipendenti (5,4%) e lavoratori autonomi(4 %).
La povertà assoluta, invece, nel centro Italia, ha avuto un incremento, nello stesso periodo, dal 2,7 al 3,8, rispetto a un trend nazionale attestato al 3,5 delle persone occupate.
Il rapporto contiene un elenco di “indicatori di disagio economico” da cui risulta che le difficoltà maggiori, determinanti ai fini della povertà sono: 1) le spese impreviste; 2) l’acquisto di vestiario; 3) il pagamento delle utenze. Tutti elementi che concorrono a far sì che una consistente percentuale di persone (17%) arrivino alla fine del mese con grande difficoltà.
A testimonianza che la povertà non rappresenta solo un fenomeno di scarsità di mezzi, ma rivela un disagio sociale, il rapporto illustra un elenco di problemi che portano le persone a rivolgersi ai centri di ascolto tra cui prevalgono: 1) divorzio o separazione; 2) conflittualità tra genitori e figli; 3) conflitti di coppia; 4) assistenza sociosanitaria.
Il dossier presenta inoltre un’indagine da cui si evince un elenco di richieste delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto che nell’ordine sono: 1) lavoro; 2) ascolto; 3) assistenza sanitaria; 4) coinvolgimenti ed altro. La preoccupante estensione del fenomeno evidenzia la necessità di una “educazione alla povertà” che si esprime soprattutto attribuendo la giusta attenzione non solo ai bisogni materiali, ma alle cause di disagio ed emarginazione che derivano dall’isolamento sociale dei soggetti meno abbienti.
Il rapporto si chiude con un importante interrogativo: che cosa ha determinato il dilagare della povertà in una società così controllata e orientata allo sviluppo? La questione viene lasciata volutamente aperta pur se vengono accennate alcune direttrici importanti che riguardano la prevalenza di logiche di profitto e la produzione orientata all’efficienza, alla enfatizzazione dei costi e alla disattenzione ai valori sociali.
Il Report, in distribuzione in questi giorni, sarà presentato sabato 14 gennaio, alle ore 10, nella sala consiliare Karol Wojtila presso il comune di Fiumicino, in via Portuense, anche agli studenti delle scuole superiori del territorio che ne faranno richiesta.
Maria Grazia Stella