I pescatori “bloccano le eliche”: niente mare in segno di protesta contro il governo

No alla licenza di pesca a punti, sì al libretto di navigazione a punti. E basta con il caro-gasolio
Il Faro on line – La pesca è in agitazione ed è ferma da oggi. «Stanotte non siamo andati in mare e bloccheremo il porto ad oltranza». Questo l’annuncio dei pescatori di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) che stanno manifestando non solo contro il caro gasolio con l’enorme aumento dei costi di gestione delle imbarcazioni, ma anche contro le norme Ue che prevedono spese ingenti nell’ambito del Pcp (Piano comune per la pesca). “In questo momento – spiega Nazzareno Ricci, pescatore sambenedettese – stanno protestando tutte le marinerie delle Marche a San Benedetto, Civitanova, Senigallia, ma anche di altre regioni, a Cesenatico e altrove. Tutte – insiste – tranne quella di Ancona che ha disertato la riunione di venerdì scorso a Civitanova e che complessivamente sta tenendo un atteggiamento volto a spaccare la marinerie d’Italia”. “Governo e Ue pretendono l’impossibile – aggiunge -, non siamo più in grado di andare avanti, di sostenere le spese per mettere a norma le barche in base al Pcp che dovrebbe garantire il futuro della pesca ed invece ci sta stritolando. Se proprio dobbiamo morire, vogliamo decidere noi come farlo». Ricci annuncia che mercoledì la protesta si sposterà a Roma. «Siamo allo stremo anche per colpa delle banche che hanno chiuso i rubinetti. Come noi manifestano anche gli autotrasportatori bloccando i caselli autostradali. Pure loro sono oberati da costi, riguardanti soprattutto il carburante. Il Governo e la Ue devono sapere che facciamo sul serio”.
Anche a Fiumicino, e più in generale sul litorale romano, i pescatori hanno bloccato le eliche. “E’ certo che il gasolio sia uno dei problemi più seri- spiega Lorenzo Melchiorri – ma il settore è colpito da altri problemi dovuti a nuovi regolamenti europei che dal primo gennaio sono in vigore. Riteniamo sia arrivato il momento di far sentire la nostra voce, di far capire a ai nostri politici ai nostri amministratori ai nostri rappresentanti che il settore pesca, nelle sue molteplice varietà è saldamente unito contro i regolamenti dettati dalla comunità europea. Sia ben chiaro che la nostra protesta non riguarda le finalità dei regolamenti europei, che riteniamo giusti ed essenziali per il presente ed il futuro della nostra attività di pesca, ma riguarda le modalità per arrivare ad adempiere tali legittime finalità. La pesca Italiana vuole rispettare le leggi che lo stato europeo, di cui è fiera di far parte, ci ha dettate, ma a tale rispetto vuole arrivarci senza stravolgere i suoi sistemi di pesca, le sue tradizioni, la sua cultura culinaria. La protesta civile in atto ha lo scopo di dimostrare ai nostri politici ai nostri amministratori ai nostri rappresentanti che il mondo della pesca italiano è unito e compatto con coloro che riusciranno a far accettare, all’amministrazione europea, regole a noi adeguate, che permettano di raggiungere ugualmente e nel migliore dei modi, le finalità sostanziali ed opportune volute dalla comunità europea.