Celebrato l’anniversario della morte di Manzù

25 gennaio 2012 | 18:00
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Celebrato l’anniversario della morte di Manzù

Tema dell’evento era la Porta della Morte realizzata da Manzù per la Basilica di S. Pietro

Il Faro on line – Nell’ambito delle celebrazioni del 21esimo anniversario della morte di Giacomo Manzù (17 gennaio 1991) sabato 21 gennaio si è svolto presso la Raccolta Manzù un evento dal titolo “Una Porta verso la Vita” organizzato dall’Architetto Giovanni Papi con il supporto della Corale Laurentiana di Tor San Lorenzo diretta dal maestro Sonia Sette. Tema dell’evento era la Porta della Morte realizzata da Manzù per la Basilica di S. Pietro, considerata dai critici come il capolavoro del Maestro.
L’evento è stato introdotto dal Direttore della Raccolta Manzù di Ardea Dott.ssa Marcella Cossu, che ha brevemente tratteggiato i momenti più significativi della vita di Manzù e la complessa gestazione della Porta della Morte.
Alla Porta della Morte, commissionata all’artista dal Vaticano nel 1946, Manzù ha lavorato dal 1947 al 1964. La gestazione dell’opera ha avuto fasi alterne a causa della visione ideologica fondamentalmente laica del maestro. Dopo un lungo periodo di impegno su diversi filoni artistici, Manzù cambia atteggiamento verso la religione grazie all’incontro con Giovanni XXIII. Il futuro Papa Roncalli, come lui bergamasco, decenni prima era stato parroco della chiesa di cui il padre di Manzù era stato sagrestano. Divenuto papa, Giovanni XXIII chiama Manzù e gli sollecita la conclusione dell’opera. Il carisma del papa e la grande amicizia da lui dimostratagli commuovono il Maestro, il quale torna alacremente a lavorare alla Porta, che tuttavia non riesce a consegnare al committente perché Giovanni XXIII muore nel 1963, un anno prima del compimento dell’opera. Le nuove formelle della Porta riflettono l’afflato mistico dell’Artista, che rappresenta la morte di Maria, quella di Cristo sulla croce, quella del protomartire Stefano e quella di Abele per mano di Caino. Una formella è dedicata alla morte del partigiano, un’altra a quella della madre del Maestro e l’ultima a Giovanni XXIII, morto da poco.
La gestazione laboriosa, a momenti sofferente, dell’opera è stata rappresentata in un prezioso filmato messo a disposizione dalla vedova del Maestro, la signora Inge. Queste immagini sono servite da sfondo alla lettura teatrale di brani scritti da Giovanni Papi e ispirati alle formelle della porta della Morte o di pagine tratte dalla Commedia. Nell’interpretazione dei brani si sono alternati lo stesso Papi e Maria Bernardini, accompagnati al flauto da Giancarlo Federico, che ha anche prodotto suggestivi effetti sonori.
La Corale Laurentiana ha incorniciato e sottolineato la lettura con l’esecuzione di alcuni brani sacri della grande polifonia dei secoli XVI e XVIII, aprendo con mottetti di Palestrina e chiudendo con grandi pagine di Mozart. Un momento di particolare emozione è stato costituito dall’apparizione di una giovanissima ballerina, che ha eseguito alcuni movimenti coreografici a ricordo dell’altro importante momento della vita di Giacomo Manzù e cioè l’incontro nel 1955 con Inge Schabel, che sarebbe divenuta sua Musa ispiratrice e compagna di vita. Inge, giovane ballerina al tempo dell’incontro con il Maestro, è stata il soggetto di una significativa parte delle sue opere, nelle quali si rispecchia la parte più umana e carnale dell’Artista.
Pubblico attento e preparato, che ha sottolineato con applausi alcuni passaggi della performance e ha accomunato tutti gli interpreti nel grande applauso finale.