Ostia, catrame sulle spiagge. Presentato un esposto alla Procura

14 maggio 2012 | 04:35
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Ostia, catrame sulle spiagge. Presentato un esposto alla Procura

Allarme inquinamento ambientale per la “marea nera” che lunedì scorso ha invaso gli arenili

Il Faro on line – Dopo la “marea nera” che lunedì mattina ha invaso le spiagge depositando, insieme a delle alghe rossicce, dei “grumi” di una sostanza nera e bituminosa molto simile al catrame ad Ostia è necessario fare chiarezza. Da ponente fino al canale dei Pescatori, su un tratto lungo un paio di chilometri, la sabbia si è “sporcata” di nero. Ed è scattata l’allerta. E’ già stato aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di danno ambientale presso la Procura di Roma. Filiberto Zaratti, consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà con Vendola, ha presentato un’interrogazione mentre la Capitaneria di porto di Fiumicino, dopo aver convocato una conferenza stampa ieri, ha informato di stare indagando.   In attesa di conoscere gli esiti delle analisi condotte dall’Arpa Lazio sui residui catramosi, anche Giulio Notturni, responsabile di Cambiare davvero/UdC Giovani del municipio XIII, condanna l’”incidente”. E chiede che sia fatta piena luce sull’accaduto.  

Secondo Lorenzo Savarese, comandante della Capitaneria di porto di Roma, la “marea  nera” sarebbe un fenomeno “particolare”, con una origine non recente. Potrebbe infatti trattarsi di carburante fuoriuscito da qualche imbarcazione più di un mese fa. Quindi, trascinato dalle correnti marine, questo misto di alghe e bitume si sarebbe “spiaggiato” a riva lunedì mattina. Tra i primi a denunciare l’accaduto, Clorinda Chiaraluce, titolare dello storico stabilimento balneare Urbinati di lungomare Paolo Toscanelli. E, poi,  anche il gestore di Salus, Federico Lanza. I balneari hanno immediatamente allertato la Capitaneria di porto di Ostia che, a sua volta, ha informato la Polizia municipale del Gruppo XIII di Roma Capitale. I vigili hanno quindi chiamato i tecnici del Nucleo emergenza ambientale dell’Arpa che nella stessa giornata di lunedì hanno provveduto ad effettuare un campionamento sia delle acque sia dei detriti depositati a riva.  A questo punto, secondo quanto riferito dagli ufficiali della polizia locale,  sarebbe dovuto intervenire l’Ufficio ambiente e litorale del municipio XIII per la bonifica degli arenili. Vista anche la particolare natura della sostanza. Ed in effetti, martedì mattina quattro tecnici dell’Uoal del XIII, hanno effettuato un sopralluogo nel corso del quale, però, come hanno riferito i balneari, si sarebbero limitati a raccomandare ai titolari degli stabilimenti di raccogliere i detriti negli appositi sacchi per i rifiuti speciali e di chiamare l’Ama per il loro smaltimento.  

 Resterebbe quindi il problema di questo “misterioso” catrame. Ed anche il fatto che tutti i costi saranno a carico dei balneari. Ma chi pulirà le spiagge libere? Il comandante Savarese ha nel frattempo disposto appositi controlli sia in mare sia nella filiera della pesca in quanto l’inquinamento e la salute pubblica rappresentano “una priorità imprenscindibile per la Capitaneria di porto.

Con la stagione balneare appena inaugurata, a pochi giorni dalla promozione del mare di Roma che è risultato tra le località marine dove lo stato delle acque risulta ottimo al pari di Ventotene, Anzio e Sperlonga, è arrivata la “brutta” sorpresa. Altro che bandierine blu e promozione a pieni voti. L’emergenza inquinamento ambientale c’è stata e  non va sottovalutata.  Il comandante Savarese ha inoltre informato il comando generale delle Capitanerie affinché siano effettuate delle fotografie satellitari del tratto di mare interessato attraverso l’Empa. Questo permetterebbe di individuare eventuali navi, cisterne  e petroliere che in passato abbiano compiuto operazioni di lavaggio dei serbatoi. I controlli sono stati estesi anche alle due piattaforme che si trovano al largo di Fiumicino.   I balneari minimizzano. Se la voce corre, la cattiva pubblicità è assicurata. Per dovere di cronaca, già da martedì il mare era tornato limpido e pulito, complice le correnti soggette ai venti di maestrale. E’ stata la stessa Clorinda Chiaraluce a riferire che “questo episodio si è verificato dopo cinque, sei anni”. Anzi, a testimonianza del grado di buona salute delle acque, una ventina di giorni fa il mare ha portato a riva delle alghe verdi e ricciolute, spia di benessere. Ma comunque tutti, o quasi, d’accordo nel voler fare piena luce sulla vicenda.
Maria Grazia Stella