Addio alla Golden share

31 maggio 2012 | 23:09
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Addio alla Golden share

Il Faro on line – Addio alla Golden share, lo strumento nato nel 1994, all’inizio delle privatizzazioni delle aziende pubbliche. Il Senato, mercoledì 9 maggio, ha approvato, con 246 sì e 20 astenuti, in via definitiva il decreto del governo che riforma la legge di 18 anni fa: per lo Stato si può ora parlare di ‘gold power’, cioè di poteri speciali da utilizzare sulle aziende che operano in settori strategici (Difesa, Energia, Comunicazioni, Infrastrutture), indipendentemente dall’assetto societario dell’impresa in questione. In tale contesto, il nostro Paese potrà tutelare, nel campo della difesa e della sicurezza, gli spazi di sovranità nazionale anche rispetto alle politiche dell’Unione Europea. La nuova disciplina, che prevede l’esercizio di poteri speciali da parte dello Stato, è stata oggi al centro del seminario organizzato dal centro studi Demetra, per una prima importante riflessione tecnica, davanti ad autorevoli rappresentanti delle Amministrazioni interessate. 

L’interessante incontro, che si è svolto nella sede della Banca Finnat Euramarica a Roma, ha visto la partecipazione del Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, Giuseppe Severini, del vice avvocato generale dello Stato, Maurizio Fiorilli, il professore dell’università di Bologna, Angelo Piazza, del segretario generale della Difesa, Claudio Debertolis e dal Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. La nuova legge conferma poteri speciali del Governo sugli assetti societari nei settori nevralgici della difesa e della sicurezza nazionale e in quelli dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni, ma solo quando vi sia una minaccia effettiva di grave pregiudizio per gli interessi essenziali della difesa e della sicurezza sociale, mediante la previsione di tre poteri speciali di intervento. Invece per i settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni, è prevista anzitutto una notifica al Governo delle delibere adottate da una società che abbia per effetto modifiche della titolarità, la fusione o la scissione. È poi prevista la possibilità per il Governo di sottoporre a specifiche condizioni delibere, atti od operazioni che diano luogo ad una situazione di eccezionale minaccia effettiva di grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti e alla continuità degli approvvigionamenti.

Infine, si prevede che il Governo possa esercitare il potere di veto nel caso in cui il soggetto acquirente originario di un Paese extra-europeo si stabilisca all’interno dell’Unione attraverso l’acquisto di un’azienda del settore “protetto” o di un suo ramo. In questi casi sono però necessari due presupposti supplementari: la presenza di legami tra gli operatori coinvolti e organizzazioni criminali o con soggetti o enti ad esse collegati; l’intervento sulla società deve essere idoneo a garantire la continuità degli approvvigionamenti, il mantenimento, la sicurezza e l’operatività delle reti e degli impianti, nonché il libero accesso al mercato. 

La nuova disciplina mira a chiudere la procedura d’infrazione aperta nel 2009 dalla Commissione europea, uniformandola alla regola europea per la quale anche quando delle quote azionarie in un’azienda privata siano detenute da un soggetto pubblico, questo deve comunque comportarsi alla stregua di un normale investitore privato, senza esercitare indiscriminati diritti speciali. “E’ una norma fondamentale ed importante – ha dichiarato il Ministro della difesa Di Paola – che ci mette in regola con gli altri paesi. Il testo ridisegna la disciplina italiana in materia di poteri speciali attribuiti al governo in conformità ai parametri del diritto dell’Unione europea”.

Il Seminario è stato moderato dal direttore de Il Tempo, Mario Sechi, e presieduto dal Presidente del centro studi Demetra, Pierluigi Di Palma. Il centro studi Demetra è nato nel 2006 dall’impegno di esponenti del mondo accademico, imprenditoriale ed istituzionale con la finalità di promuovere nel nostro Paese iniziative di carattere formativo, giuridico, amministrativo ed economico nel settore dei trasporti, con particolare riferimento a quello dell’aviazione civile. L’Associazione, sotto la guida di un comitato scientifico, svolge attività di divulgazione specialistica e, a tal fine, organizza convegni, seminari e conferenze tesi a stimolare il dibattito sulla politica del trasporto aereo, così creando occasioni di confronto tra i referenti politici ed accademici, le massime autorità istituzionali, i vertici imprenditoriali, i più accreditati esperti del settore per discutere insieme delle problematiche connesse ai mutamenti derivanti dalla liberalizzazione e privatizzazione del sistema ed il relativo adeguamento alle regole della legislazione comunitaria.
Marco Staffiero