Riciclo: nel Lazio solo sei comuni superano la soglia del 65%

11 luglio 2012 | 14:04
Share0
Riciclo: nel Lazio solo sei comuni superano la soglia del 65%

Legambiente: “Nella raccolta differenziata, Roma senza progressi bocciata tra le grandi citta’ assenti anche gli altri capoluoghi di provincia laziali. Ma allora, che fine fanno i soldi che stanzia la Regione?”

Il Faro on line – Oriolo Romano (Vt), Castelnuovo di Porto (Rm), Sacrofano (Rm), Nepi (Vt), Campodimele (Lt) e Allumiere (Rm): sono solo 6 su 378 i “Comuni Ricicloni” del Lazio secondo Legambiente, quelli che già nel 2011 hanno superato il 65% di raccolta differenziata, anticipando di un anno l’obiettivo stabilito per tutti i comuni italiani secondo la legge. Bocciata Roma, dove la raccolta differenziata tra sistema misto e scarsa volontà continua a non decollare, con gli altri capoluoghi di Provincia che restano decisamente indietro. Nel giorno in cui la relazione della Commissione parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti boccia in modo totale e grave la gestione dell’emergenza rifiuti nella Capitale, Legambiente mette un ulteriore carico sulla gestione della spazzatura nel Lazio.

“La relazione parlamentare usa parole pesanti come macigni, basta con il dannoso, inutile e costoso commissariamento -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Nel Lazio, però, c’è anche altro che non torna, il bottino di bravi Comuni ricicloni è davvero troppo magro, ci chiediamo, allora, che fine abbiano fatto i tanti soldi che da quattro o cinque anni stanzia la Regione proprio per la differenziata, circa 35 milioni che vanno a finire nelle casse delle province e del Comune di Roma, soldi che per esempio in provincia di Roma vengono messi a bando per il passaggio al porta a porta con qualche risultato che infatti si vede anche tra i Comuni ricicloni, ma nelle altre province e nella Capitale che fine fanno tutti quei denari? Se non arriveranno le risposte, chiederemo di verificare alla Corte dei Conti.”

Tra le note positive, Oriolo Romano, in provincia di Viterbo, miglior comune riciclone dell’intero Centro Italia tra quelli con meno di 10mila abitanti e vanta una percentuale di differenziata che va oltre il 78% per i suoi 3.789 abitanti ed un indice di buona gestione -non legato solo alla differenziata, ma l’azione a tutto campo nella gestione dei rifiuti, dalla produzione, a riduzione e riciclo- del 77,35, che hanno permesso di risparmiare 131,8 kg pro-capite di anidride carbonica (CO2). A seguire Castelnuovo di Porto (Rm) che si posiziona al 4° posto della classifica con 79,1% di raccolta differenziata e un indice di buona gestione del 70,79; Sacrofano (Rm) si attesta al 19° posto con il 68,3% di differenziata e un indice del 57,84; Nepi (Vt) al 66,8% e un indice del 56,32 (22° posto), Campodimele (Lt) al 25° posto con il 67,5% di differenziata e un indice del 55,42, Allumiere (Rm) al 28° posto con il 69,2% di raccolta differenziata e un indice del 54,04. Complessivamente, le buone pratiche di gestione dei rifiuti dei Comuni ricicloni laziali hanno permesso di non immettere in atmosfera ben 3.290.310 kg di anidride carbonica in un anno. Nessun capoluogo, nel Lazio e nel centro Italia, ha superato il 65% di raccolta differenziata, quota richiesta per legge solo nel 2012. A fronte dei 7 comuni dello scorso anno, nel 2012 il Lazio ha visto 6 comuni aggiudicarsi i premi, un triste 1,6% sul totale di 378 Comuni.

Nelle grandi città siamo spesso oltre la sperimentazione, ma Roma resta ferma al palo del 25% circa, secondo recenti dati AMA, scandalosamente in “emergenza pattume”. Milano è stabile attorno al 34% e nell’autunno 2012 avvierà la raccolta dell’organico da cucina in alcuni quartieri, Salerno con il 68% di raccolta differenziata mantiene alti i numeri del sud, Torino supera in media il 40% di raccolta grazie al porta a porta in alcuni quartieri. Nel Paese nel complesso il risultato è positivo. Se ai 1.123 comuni ricicloni (1 comune su 7 pari al 13% dei comuni italiani) aggiungessimo i 365 che hanno comunque superato il 60% di raccolta differenziata richiesto dalla normativa per il 2011, arriveremmo alla quota di 1.488 comuni in regola con la legge dello Stato (1 Comune su 5 pari al 18% dei comuni italiani). E’ il Nord Italia ad aggiudicarsi il podio per la gestione dei rifiuti, con Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno.

Nel Lazio altri riconoscimenti, nell’ambito dell’edizione 2012 di Comuni Ricicloni, riguardano il Comune di Colleferro (Rm), premiato dal CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio) come miglior Comune dell’area Centro Italia nella raccolta e trattamento dell’alluminio (kg/abitante 0,570); il Comune di Ciampino (Rm), miglior Comune Riciclone 2012 per il centro Italia per la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica (I risultati sono ottimi, grazie al porta a porta). Menzione speciale “Teniamoli d’occhio” per Sabaudia (Lt).

Un contesto nel quale Legambiente commenta con amarezza le anticipazioni emerse della relazione della commissione parlamentare: “situazione aggravata, nessuna verifica sui siti, analisi inadeguate, incapacità di trovare alternativa a Malagrotta”. E addirittura “Il sistema di smaltimento (…) si è semplicemente trasformato, per taluni, in un business tanto più conveniente quanto più gli enti preposti non hanno realizzato un ciclo integrato dei rifiuti. La situazione (…) presenta connotazioni paradossali.”

“La commissione dipinge un quadro fosco e gravissimo, nel quale il problema vero rimane Roma che ha provato a fare scarica barile sulla discarica con danni davvero rilevanti anche sul fronte economico, mentre continua in modo colpevole a dormire piuttosto che correre per la differenziata porta a porta -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio–. E’ molto grave la denuncia della commissione sugli errori e le lacune nell’individuazione dei sette siti da parte della Regione, abbiamo sostenuto da subito che le carte non stavano in piedi ed è ancora più assurdo che si continui purtroppo ancora a parlare di quei siti. Ormai è oltremodo chiaro che la differenziata è la soluzione, ma il piano per Roma del Ministro Clini è finito nel cassetto, nemmeno firmato dal Comune di Roma. Servono anche impianti, non nuovi inceneritori o TMB, ma linee per il compostaggio e per il riciclaggio della carta, del vetro, della plastica e di tutti i materiali, così come il trattamento dei rifiuti deve essere orientato a recuperare i materiali piuttosto che a produrre inutile CDR da bruciare. Ci sono tutte le tecnologie e anche i soldi non mancano, visto che la sola Capitale dalla tariffa rifiuti nel 2012 ricaverà ben 719 milioni di Euro, ma a questo punto è sempre più evidente che a mancare è la volontà.”