Lavori sui moli, la polemica non si placa

22 luglio 2012 | 04:07
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Lavori sui moli, la polemica non si placa

Cini: “L’intervento di Satta conferma che i cittadini vengono trattati come “sudditi” dall’Autorità portuale”

Il Faro on line – “Il gentile e garbato intervento dell’amico Satta, a differenza di altri, ricco di argomentazioni, fa emergere un aspetto che esula dal singolo problema in questione e, inoltre, questo è un nostro vecchio pallino, conferma che i “media locali” sono uno strumento indispensabile per informare i cittadini e di questo anche l’Amministrazione dovrebbe tener conto dando loro un supporto invece di impegnare risorse pubbliche, come sembra sia stato fatto in passato, in favore di pseudo editori di testate fasulle. Comunque, per restare in argomento, l’aspetto che emerge è rappresentato dal fatto che noi cittadini siamo considerati dai vari Enti e carrozzoni come ‘sudditi'”. A parlare è Roberto Cini, Presidente del Circolo “Aldo Moro” del Pd, in polemica con il mancato rispetto delle norme sull’accesso ai disabili nei lavori sui moli del Porto canale.

“Dalle parole del Delegato alla Portualità Luigi Satta – prosegue Cini – si capisce chiaramente che per l’Autorità Portuale il problema non sono i disabili ma tutti noi cittadini a cui, Deo gratias, viene “concessa” la possibilità di fare una passeggiata sulle banchine. Ma lo vogliamo far capire una volta per tutte a questi signori, e non solo, alla  Sovrintendenza Archeologica che blocca il progetto del Ponte della Scafa, al Consorzio di Bonifica che ci costringe a vivere in mezzo agli scarafaggi ai topi e alle zanzare, all’Autorità di Bacino, all’ANAS, all’Ente Parco, l’elenco potrebbe essere infinito, ma, per non apparire di parte,   voglio aggiungere anche la Provincia, alla quale ci dobbiamo scappellare per quattro lampioni sulla Portuense, che se loro esistono è perché noi tutti paghiamo le tasse per i loro stipendi, le loro macchine blu, i privilegi e tutto quello che ne consegue? E loro cosa fanno? Invece di agevolare la vita delle persone, per dimostrare la loro dubbia utilità, pongono veti, divieti, barriere e gli elementari diritti diventano gentili concessioni, nulla osta, pareri, conferenze di servizio, accordi di programma e chi ne ha più ne metta. 

Altro che  “Spending  review” – afferma ancora Cini -, per salvare l’Italia  c’è bisogno di una vera rivoluzione e di una “ghigliottina amministrativa”  che tagli la testa, se non tutto il corpo, togliendo il “nutrimento”, di parecchi di questi Enti inutili e deleteri che soffocano lo sviluppo e sono solo da intralcio alle tante potenzialità positive che ha il nostro Paese. Ci scusiamo per questa dissertazione fuori dal tema ma di fronte al fatto che una passeggiata sulla banchina debba diventare una gentile concessione sentiamo il sangue ribollire e crediamo non solo noi. Tornando al concreto, e quindi al problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche per l’accesso alle banchine della Fossa Traianea, dopo il “rattoppo” sullo scivolo di viale Traiano, e la promessa di una rampa intermedia lungo via Torre Clementina, basterebbe poco per alleviare i disagi dei disabili ovvero, consentire l’accesso al Molo Sud dalla passerella, togliere la recinzione e sistemare la banchina Nord sempre in prossimità della passerella e infine, realizzare una rampa per accedere all’ultima parte della banchina Nord (vedi foto) che, oltre ai disabili faciliterebbe l’accesso anche agli anziani e alle famiglie con le carrozzine. 

Interventi dal costo crediamo sopportabile di 5/6.000 euro. Come si suol dire “volere è potere” e visti gli ottimi rapporti intrattenuti con l’Autorità portuale dal Delegato alla Portualità Luigi Satta, gli chiediamo di farsi portavoce di queste modeste istanze che, rispetto al faraonico progetto del decantato “network”  sembrano davvero poca cosa. Concludiamo con una piccola nota, non polemica, ma di colore, in merito alla Presidenza Assoporti, potremmo cavarcela semplicemente dicendo “quando la volpe non arriva all’uva…”, ma per dovere di cronaca dobbiamo dire di sapere benissimo che la nomina di Merlo è frutto di un accordo per una “staffetta” con Pasqualino Monti ed è a lui, quando sarà il suo turno, che auguriamo di non fare “scivoloni” e di non rimanere con “il cerino in mano”, anche perché è nell’interesse di Fiumicino che rappresentanti di interessi locali vadano ad assurgere a più alti e importanti incarichi”.