Salvaguardiamo il Centro Storico di Passoscuro

30 settembre 2012 | 10:41
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Salvaguardiamo il Centro Storico di Passoscuro

Riflessioni, critiche e prospettive sullo sviluppo del litorale

Il Faro on line – Da Lucio Valerio Cotrone riceviamo e pubblichiamo. “Ultimamente si parla delle case realizzate sul demanio marittimo di Passoscuro, come se fossero state realizzate delle baracche occupando senza alcun titolol’area demaniale. A tal proposito è doveroso chiarire innanzitutto la storia di Passoscuro e poi l’attuale scenario che si va delineando. Originariamente,stiamo parlando dei primi anni ’50, il Ministero della Marina Mercantile, attraverso la Capitaneria di Porto, affidò in concessione dei piccoliappezzamenti di terra per la realizzazione di manufatti tipo cottage “ad uso estivo”. Ovviamente l’uso dei terreni demaniali fu ed è a titolo oneroso con ilpagamento di un canone annuale come richiesto dallo Stato. Si può dire che fino ad oggi è stato pagato un importo più del doppio del valore dell’area. Anche larealizzazione dei manufatti è stata a totale spesa e cura dei privati, senza alcun finanziamento o contributo “pubblico”.

Tale concessione costituì il titolo che legittimava urbanisticamente talimanufatti, realizzati in vigenza dell’art. 31 della legge urbanistica n. 1150 del 17 agosto 1942 che prima dell’entrata in vigore della legge 6 agosto 1967n. 765, c.d. “legge ponte”, prevedeva l’obbligo della licenza edilizia soloper le costruzioni ricadenti nell’ambito dei centri abitati. In tal senso si èespresso anche il T.A.R. del Lazio nella sentenza del 31/01/2002 n. 1754. I manufatti realizzati perlopiù da pescatori e residenti della zona di Torre inPietra e Palidoro davano loro la possibilità di vivere il mare. Nascevano così sulla fascia demaniale i cosiddetti “villaggi dei pescatori”, moltocaratteristici, presenti anche a Fregene, Maccarrese e su tutto il litorale laziale.

Successivamente, nelle vicinanze dei manufatti sul demanio marittimo, che come detto costituiscono il nucleo originario di Passoscuro, con il passare del tempoil nucleo urbano si è esteso verso l’entroterra con l’edificazione negli anni ’70 di un intero paese, senza titolo edilizio (escluse rare eccezioni), suilotti di terreno che nel frattempo il Pio Istituto di Santo Spirito aveva alienato. I manufatti così realizzati, vennero condonati(L. 47/85 e successive)e tutta la località di Passoscuro divenne oggetto di diverse delibere del Comune di Roma per essere “ristrutturata urbanisticamente” perché nucleo urbano sortospontaneamente. Per questo si può affermare che la stragrande maggioranza dei manufatti presenti sulla fascia demaniale marittima costituiscono il centrostorico di Passosscuro e non sono affatto “abusivi” ma, come già detto, realizzati in base alla legge con titolo edilizio idoneo. Ne consegue che perdetti manufatti non era e non è necessario presentare domanda di condono edilizio come invece è avvenuto nel Comune di Ardea dove le case sono staterealizzate negli anni ’70 e quindi prive di legittimità urbanistica.

Riguardo allo scenario attuale, è da chiarire che la legge del “Piano Casa”della Regione Lazio (L.R. 11 agosto 2009 n. 21) all’articolo 2, comma 2, lettera “d”, esclude l’applicazione dei benefici di legge per gli edifici realizzati sul demanio marittimo. Ne consegue che sono interessati tutti gli edifici realizzati oltre la fascia demaniale e fino ai 300 mt. dalla battigia, dando la possibilità ai proprietari di beneficiare di un “premio di cubatura” che può arrivare fino al 150%, se decidono di spostare i fabbricati in aree appositamente destinate dalle Amministrazioni . Peraltro i costi della demolizione e della ricostruzione dovrà essere a carico del privato. E’ chiaro che un’operazione del genere diventa conveniente soltanto per chi ha un’ampia superficie da edificare (grandi costruttori edilizi) altrimenti i costi die ricostruzione superano di gran lunga il valore dei fabbricati, tenuto conto anche della flessione del mercato immobiliare nell’attuale momento. Per tali motivi, se per il piccolo privato “la spesa non vale l’impresa”c’è da chiedersi a chi sono rivolti i benefici di questa legge. Perché tutto questo rumore per la riqualificazione del litorale laziale? Ci vogliono far credere che tutta la fascia del litorale laziale c è da considerare area urbana degradata? Eancora, è veramente necessario fare un così vasto intervento di ammodernamento? Chi può realizzare tali opere e con quali tempi? Quale prezzo dovranno pagare icittadini? Tutti questi interrogativi aprono un inquietante scenario fatto di dubbi ed incertezze che fanno riflettere molto sul reale scopo della tanto declamata “fruibilità del litorale”.