E’ iniziata la raccolta porta a porta. Di voti

1 ottobre 2012 | 03:27
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E’ iniziata la raccolta porta a porta. Di voti

Programmi elettorali: al rogo il “libro dei sogni”, meglio puntare sulle esigenze reali

Il Faro on line – Complice anche la caduta della Regione Lazio, si stanno intensificando i contatti del mondo politico col mondo reale, con la gente. Visite casa per casa, telefonate a cellulari, incontri e confronti. I partiti cercano di pescare nelle liste civiche, spuntando nome per nome; a loro volta le liste civiche stanno cercando modo e maniera per aggregarsi, rendendo così più probabile un’elezione. In attesa che parta il servizio “porta a porta” della nuova Ati, dunque, è inziata la raccolta porta a porta dei voti. Ma attenzione: la scheda nelle urne non è spazzatura, dunque bisogna capire bene in quale contenitore si va a mettere.

Sgombriamo il campo da possibili equivoci su derive populiste. Come più volte affermato in questa rubrica sono convinto che la politica, o meglio l’organizzazione dei partiti, sia necessaria per arrivare ad una gestione ottimale della cosa pubblica. La struttura voluta dai Padri nobili nel dopoguerra ha una sua ragione di esistere, oggi più che mai. Il punto non è la macchina (cioè il partito) ma chi la guida e dove si dirige. E su questo saranno gli elettori a fare le proprie scelte. Ciò non toglie che la cosiddetta società civile possa e debba – se vuole – impegnarsi in prima persona se delusa da ciò che ha riscontrato nel mondo politico che l’avrebbe dovuta rappresentare.

A proposito di rapporti con l’elettorato, voglio sottolineare un aspetto marginale, eppure importante, del Consiglio comunale di venerdì scorso. Mentre l’assessore al Bilancio stava illustrando la propria relazione, è stato invitato da una maggioranza distratta (e parzialmente assente dall’aula) a “fare in fretta”. Un atteggiamento sbagliato, perché la relazione dell’assessore in Consiglio per sua natura non è rivolta solo ai consiglieri (che magari già la conoscevano o che hanno comunque possibilità di ottenerla in copia) ma era rivolta anche ai cittadini che proprio con lo strumento del Consiglio comunale, seppur solo come uditori, possono attingere informazioni direttamente dai protagonisti della gestione pubblica. Quei cittadini hanno il diritto di sentire tutto ciò che viene comunicato in Consiglio senza frette particolari, non foss’altro perché parlare di Bilancio significa parlare di soldi, ed  essendo il Comune un ente pubblico si parla di soldi della collettività, cioè i nostri. Non voglio con questo gettare la croce addosso a nessuno, ma credo ci sia bisogno di una crescita collettiva della classe politica locale, di un cambiamento rispetto a clichè utilizzati per anni e ormai superati. 

E proprio a proposito di schemi superati, un’ultima considerazione. Una volta i programmi elettorali erano pieni di idee, progetti che, il più delle volte, rimanevano sulla carta. Uso il termine “una volta” per pudore, ma a Fiumicino conosciamo bene la storia (bipartisan) del ponte della Scafa, del ponte Due giugno, del nuovo mercato coperto, ecc. Dunque forse stavolta più che parlare i nostri politici dovrebbero ascoltare, prendere spunto da ciò che la gente vede, dai problemi reali, e iniziare da quelli. Non è tempo per opere faraoniche, che pure servirebbero. Ma la congiuntura economico-sociale non consente di fare programmi a lunga scadenza, la priorità è l’immediato. Sotto ogni profilo: scuola, lavoro, viabilità. E per immediato intendo sostenibile sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello economico. Insomma, prima bisogna guardare nel portafoglio pubblico (ecco il perché dell’importanza dei Consigli comunali sul Bilancio), poi in base a ciò che c’è proporre una spesa. Ma la lista, stavolta, va fatta insieme ai cittadini.

Angelo Perfetti

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