B4a, le associazioni occupano la sala consiliare. Il sindaco”cede” al confronto

Confermata la riduzione dell’Imu equiparata a terreni agricoli per i possessori di lotti inedificabili.
Strada argine vicina all’affidamento, ma siamo sempre con i verbi al “futuro”. Per ora tutto resta com’è
Il sindaco precisa: “Nessun cedimento, ma un gesto di responsabilità e disponibilità”
Il Faro on line – Non erano tantissimi fuori dall’aula consiliare e, per dirla tutta, erano anche un po’ disuniti. Ma alla fine sono riusciti a produrre ugualmente un’azione concreta che, per la prima volta da quasi un anno, ha “costretto” il sindaco a fermarsi e parlare direttamente ai cittadini, Stiamo parlando del Comitato spontaneo Isola Sacra, del Comitato Donne in azione, con il supporto di Palmerino Faratro presidente dell’Asef (Associazione settore edile di Fiumicino) e di Simone Munaretto, costruttore anch’esso e leader del Movimento per la Gente. Con loro ovviamente anche altre persone, sia aderenti alle varie associazioni sia singoli proprietari di lotti in attesa di diventare edificabili.
Non tantissimi, dicevamo, ma determinati, al punto da sfruttare lo spazio lasciato dalle diatribe in maggioranza (con relativa sospensione del Consiglio comunale) per impossessarsi delle sedie dei consiglieri comunali. Al loro rientro la fascia centrale del Consiglio era presidiata da uomini e donne dei Comitati, che hanno chiesto al sindaco un immediato colloquio pubblico. Mauro Gonnelli, presidente del Consiglio comunale, ha spiegato che in quelle condizioni l’unica possibilità era la sospensione dei lavori, il che però avrebbe messo a rischio la votazione sul Bilancio. Con grande senso di responsabilità – vista l’esasperazione palpabile – e fidando sulle rassicurazioni di Mario Canapini di restare a fine assise per parlare con i cittadini, l’aula è stata “restituita” ai consiglieri che hanno dunque votato lo strumento finanziario comunale.
Poi è stata la volta del confronto. Prima ancora di entrare nel dettaglio di cosa sia successo chiariamo subito un punto. Cosa si è risolto? Nulla. Nulla se parliamo di notizie che non fossero già risapute (a parte la conferma – ma anche questa era già prevista – dell’abbattimento al valore agricolo dei terreni ancora sotto vincolo esondazione e dunque non edificabili). Nulla, se pensiamo a una possibile risoluzione del problema. Tanto, però, se invece focalizziamo la nostra attenzione su una cosa semplice ma assolutamente assente da mesi: il confronto formale – appunto – tra la gente e i politici.
Un confronto chiarificatore, se non altro perché ognuno ha potuto esprimere la propria idea. Hanno parlato diversi cittadini, esprimendo la rabbia per l’assoluta incomprensione di vincoli distribuiti a macchia di leopardo, col risultato che secondo le mappe – quest’ultime peraltro “fantasma”, in quanto molte non sono neanche consultabili in Regione – si arriva al paradosso che al numero civico 80 di una certa strada esiste il rischio di morte causa esondazione mentre al civico 84 questo rischio scompare per poi magari riapparire in tutta la sua forza al civico 90. Eppure non siamo su “Scherzi a parte”. Tant’è – ha comunicato ad esempio Fabrizio Pagliuca, del Comitato spontaneo Isola sacra – che alla Regione hanno chiesto di effettuare rilievi geologici tramite carotaggi continuati nel tempo per escludere il rischio di gas nel sottosuolo. Richiesta vincolante per il cosiddetto parere geologico vegetazionale, che in sostanza rappresenta lo sblocco della pratica edilizia. “Ma se c’è il gas su un terreno adiacente alla scuola – ha sottolineato Pagliuca – allora andrebbe chiusa anche quella”. E così, dopo il paradosso “esondazione a macchia di leopardo” siamo al paradosso “esalazioni a volo d’uccello”.
Sulla base di queste considerazioni si può ben capire l’arrabbiatura di cittadini che, peraltro, hanno continuato a spendere soldi in tasse sentendosi presi in giro.L’intervento di Palmerino Faratro è stato più tecnico, e si è concentrato sul fatto che una volta superato lo scoglio geologico-vegetazionale (il famigerato e ormai conosciutissimo art. 89) i comparti che non sono in variante al piano regolatore sarebbero diventati di esclusivo intervento comunale, e che dunque avrebbero ottenuto rapidamente i permessi per costruire. La risposta di Gonnelli è stata cauta: l’aderenza al Prg elimina un passaggio in Regione – ha detto – ma non il fatto che servano i “pareri”. In sostanza dal Comune si è chiarito che le opere in variante al Prg avrebbero continuato ad avere un iter lungo, mentre quelle in conformità un iter più veloce, che però non esime i costruttori dall’aspettare i pareri di legge.
Anche Assunta Minicone, dell’associazione Donne in azione, ha preso la parola spiegando come la gente sia stanca di notizie contraddittorie e come su questa storia dei B4a si gioca gran parte della credibilità di coloro che hanno intenzione di presentarsi alle prossime comunali del 2013.
Infine è stata la volta del sindaco Canapini, che ha fatto un po’ la cronistoria dei fatti, individuando – pur senza citarlo – un personaggio dell’Autorità di Bacino responsabile – a detta del sindaco – di questa serie interminabile di intoppi e ritardi. Chi è? Seguendo il ragionamento fatto dal sindaco ci si arriva piuttosto facilmente. Vediamo.
Due sono stati i punti fermi del ragionamento del Primo cittadino: 1) fino a due anni e mezzo fa tutto ciò non avveniva, 2) esistono Enti superiori al Comune che impediscono all’amministrazione comunale di muoversi come vorrebbero i cittadini. Secondo il ragionamento del primo cittadino tutto è iniziato circa due anni e mezzo fa (prima di allora i permessi di costruire arrivavano, seppur con le prescrizioni), allorché uscì fuori la storia della messa in sicurezza di via Torre Clementina. L’Autorità portuale iniziò i lavori dal lato di via Torre Clementina, ma per un contenzioso con la ditta che li stava eseguendo, i tempi di realizzazione si allungarono. Una volta quasi terminata l’opera, dall’Autorità di Bacino dissero che tutto ciò non bastava, e che i lavori si sarebbero dovuti fare anche sul lato della Guardia Costiera. Tutto ciò – ha sottolineato il sindaco – completamente a sorpresa e senza alcuna avvisaglia.
Fatti anche quelli, è uscito fuori il discorso della strada argine per mettere in sicurezza il resto dell’Isola sacra che, sempre stando alle mappe regionali, è in zona rossa, cioè a rischio morte per esondazione. Poi ancora, non contenti di queste prescrizioni, è uscita fuori la storia del gas nel sottosuolo, vicenda peraltro che riguarda ufficialmente i Castelli Romani e applicata anche al litorale in maniera impropria, senza alcun documento formale, nessun atto ufficiale riguardante Fiumicino, fatta salva per una relazione interna redatta da un tecnico dell’Università La Sapienza, ma mai tramutata in atti d’indirizzo amministrativo. Peraltro l’eventuale presenza di gas a Fiumicino si riscontra a profondità di oltre 30 metri, mentre per le costruzioni si arriva a scavare al massimo a cinque/sei metri, ma in casi rari. Altrimenti si è intorno ai 4 metri. Dunque, secondo Canapini, rischio inesistente e posto artatamente.
Questa è la storia secondo Canapini, e dalle parole del sindaco non ci vuole molto a riconoscere nel “Caronte” che si rifiuta di traghettare il territorio da una zona piena di vincoli a una zona bianca il capo del settore tecnico dell’Autorità di Bacino, ing. Giorgio Cesari.
A che punto siamo, dunque? Secondo quanto riferito da Canapini, la storia del gas nel sottosuolo è stata contestata formalmente dal Comune alla regione Lazio, ma la caduta della Polverini e la destituzione dell’assessore all’Ambiente Mattei hanno impedito di giungere all’auspicata riunione risolutiva. Ci si riproverà quanto prima.
Per quanto riguarda la strada argine, invece, l’Ardis è in attesa in questi giorni dell’arrivo dell’ultimo parere della Soprintendenza ai Beni Culturali (eh sì… c’è anche quella…) per poi effettuare la procedura di affidamento dei lavori e finalmente iniziare. Tutto a posto, dunque? Nemmeno per idea. Lo stato di agitazione dei cittadini prosegue finché non arriveranno risposte concrete, dal Comune come dalla Regione. Quello di ieri, a quanto è dato di capire, è stato solo il primo round.
Angelo Perfetti
Gentile Direttore,
mi riferisco all’articolo dal titolo “B4a , le associazioni occupano la sala consiliare. Il sindaco “cede” al confronto” pubblicato sul quotidiano online da Lei diretto. Nulla osservando sul contenuto, mi preme precisare che già in apertura della seduta consiliare avevo concordato con il “Comitato Spontaneo Isola Sacra” e con “Donne in azione” l’incontro da tenersi al termine dei lavori del Consiglio Comunale e, francamente, non ho compreso il motivo della momentanea occupazione dell’aula. Quindi il mio non è stato un cedimento alla “protesta” inscenata, ma un gesto di responsabilità e disponibilità, già data in precedenza, ad affrontare un problema che purtroppo affligge molti cittadini di Isola Sacra.
Cordialità,
Mario Canapini