Resident Evil 6: torna il survival horror per eccellenza

26 ottobre 2012 | 09:19
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Resident Evil 6: torna il survival horror per eccellenza

Il Faro on line – Il nome di Resident Evil è da sempre sinonimo di survival horror da ormai 15 anni, e questo sesto capitolo della saga non fa altro che confermare che il brand è sempre vivo e ricco di incredibili novità su Xbox 360 e su Ps3. Una serie di attacchi bioterroristici minaccia di gettare nuovamente il mondo nel caos; stavolta la crisi potrà essere risolta unicamente grazie agli sforzi congiunti di più eroi, seppur ognuno sia coinvolto nella vicenda per motivi diversi. Ma veniamo all’analisi del videogame: l’arco narrativo, suddiviso in quattro distinte campagne per ben 7 protagonisti tutti giocabili, viene raccontato attraverso numerosi filmati a corollario delle sequenze più importanti, ma solo quando si sarà portata a termine l’ultima campagna, quella di Ada si avrà un quadro finalmente completo delle vicende e del perché siano avvenute. La storia è originale e densa di avvenimeti surreali, proprio come Resident Evil ha abituato i giocatori col passare degli anni. Tutto ruota intorno al più classico dei complotti interni all’americana, quello che vede la morte del Presidente “zombificato” durante l’attacco bioterrostico di Tall Oaks, e di attacchi terroristici all’estero per realizzare condizioni favorevoli all’egemonia mondiale degli Stati Uniti. Inutile dire che tutto andrà per il verso sbagliato, organizzazioni segrete e misteriosi agenti del caos faranno la loro comparsa, e la minaccia del Virus-C diventerà globale, col rischio dell’apocalisse in terra fatta di mutanti, zombie e altre mostruose creature rigeneranti. La soluzione adottata dai programmatori per rendere il tutto accattivante risulta senza dubbio vincente, “l’epicità” è assicurata. Unica pecca: forse il ripetersi di alcuni frangenti di gioco dovuti però al fatto che in alcuni punti i protagonisti si incontrano, e quindi di conseguenza era inevitabile non ripetere la sequenza magari già giocata da un altro punto di vista. Come già detto Resident Evil 6 propone quattro distinte campagne, che inquadrano le vicende da differenti punti di vista. Saltando di protagonista in protagonista, il plot di questo nuovo capitolo è dunque organizzato come una storia corale, in cui Jake, Leon e Chris si incontrano e si scontrano, anche se procedono indipendentemente gli uni dagli altri. Le tre campagne sono autonome e indipendenti, e si giocano una dopo l’altra, nell’ordine che si preferisce. Nonostante i vari punti di contatto, in cui due coppie di eroi si trovano ad agire insieme per qualche momento, ogni avventura ha una sua autonomia narrativa, e una conclusione forte legata al singolo protagonista.

Quella che può essere considerata come la campagna principale è forse quella di Leon, ottimamente strutturata in quanto a varietà di situazioni, e con una parte finale veramente incredibile. Il crescendo narrativo a cui si assiste a partire dal quarto atto della sua avventura trascina il giocatore in un vortice di scontri all’ultimo sangue contro quello che è il nemico principale in questo Resident Evil 6: la mente malevola che ha orchestrato ogni cosa. La campagna di Chris Redfield, invece, ambientata in Cina fin dall’inizio, è molto concentrata sui tormenti interiori di un soldato allo sbando. Gradevole il tentativo di presentarci un eroe finalmente più umano rispetto al superuomo del quinto capitolo: infatti il filmato iniziale propone un Chris ubriaco e rissoso, afflitto dal senso di colpa per aver perso gli uomini sotto al suo comando.

La storia di Jake Muller e Sherry Birkin, tutti e due figli di personaggi chiave nell’universo di Resident Evil, racconta la fuga dei due dai territori dell’Edonia: Jake ha ereditato da suo padre – Albert Wesker – un gene particolare, che gli permette di resistere agli effetti del virus, e potrebbe essere la chiave per sintetizzare un vaccino. Una volta portate a conclusione le tre campagne disponibili fin da subito, si sblocca la quarta, quella di Ada Wong. La sua storia si intreccia con tutte quelle degli altri protagonisti, e funge un po’ da collante, rivelando alcuni interessanti retroscena sulle macchinazioni delle forze che operano nell’ombra. Se quindi della trama si può restare pienamente soddisfatti, non tutti i fan potrebbero invece apprezzare la deriva presa dal gameplay che a conti fatti propone un titolo che, pur non staccandosi ancora totalmente da quello che la serie cercava di regalare in passato in termini horror – specialmente attraverso la campagna di Leon -, cerca di offrire tramite Jake e Chris una fortissima componente action votata sopratutto alla collaborazione tra personaggi.

Quel che ne esce è un mix di generi e meccaniche di gioco in grado, più di una volta, di disorientare il giocatore “old style”. Se giocando con Leon gli sviluppatori hanno cercato di inserire elementi che richiamano molto da vicino i primi capitoli della serie come il numero limitato di munizioni, l’atmosfera cupa, i classici enigmi e una serie di nemici che ricorda più da vicino gli zombie; con Chris e Jake il discorso è completamente diverso. Il nuovo virus infatti non muta completamente l’infetto ma lo trasforma in una sorta di mostro, chamato J’avo, che varia il suo aspetto in base al tipo di danno subito. A cambiare la forma e la sostanza del nemico ci pensano arti superiori che si trasformano in scudi, gambe che diventano zampe simil cavallette e altro ancora. Ai nemici più classici se ne alterneranno altri più particolari e boss fight con mostri dalle dimensioni importanti. Sotto questo aspetto quindi la varietà non manca per nulla. Le campagne avendo tutte (salvo quella di Ada) due protagonisti potranno essere giocate in multiplayer sia online che offline. Inoltre sono presenti la modalità “Mercenari”, dove bisognerà sopravvivere entro un tempo limite ad orde di nemici sempre più agguerriti, e la modalità “Agente Hunt” che per la prima volta in assoluto fa vestire i panni di un infetto.

In questa variante, lo scopo sarà uccidere gli umani e per farlo il gioco mette e a disposizione tutte le tipologie di mutazione della storia: braccia, torso e gambe. Un punto di vista inedito che farà senz’altro la felicità di tutti quei fan che da sempre si chiedono cosa si provi a stare dall’altra parte della barricata. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico invece la qualità delle texture è veramente alta ed in grado di regalare ambienti di gioco estremamente dettagliati e personaggi con espressioni e movenze all’interno delle cut scene decisamente di altissimo livello. Ottimo anche il level design, che nonostante offra al giocatore ambienti abbastanza chiusi e lineari ad eccezione di alcune boss fight in grado di proporre qualche variante e strada alternativa, è sempre magnificamente realizzato. Ottimo anche il comparto audio con una campionatura delle voci in italiano di grande pregio che riesce regalare ottime sensazioni e profondità ai dialoghi. 

VOTO FINALE: 9,5 

di Nemo 81