Maltempo e violenza a Passo della Sentinella, le testimonianze dei pompieri
Il vigile del fuoco aggredito: “Sono ferito nell’animo”. Un collega: “Il caposquadra è stato vittima di un agguato”
Il Faro on line – “Non sono i calci e i pugni ad avermi ferito ma l’atteggiamento incomprensibile di alcuni residenti che hanno ostacolato con violenza le operazioni di soccorso”. A parlare è Massimo Faiella, il pompiere del distaccamento di Ostia Lido aggredito mentre stava portando aiuto ad alcune famiglie di Passo Della Sentinella intrappolate nella morsa dell’acqua. “Una dinamica inaspettata che mai avrei pensato di dover affrontare”. Parole che fanno riflettere soprattutto se a dirle è un vigile del fuoco avvezzo a combattere ogni giorno con drammi e tragedie. E a stringersi attorno al suo stato d’animo tutto il corpo dei vigili del fuoco che già nei giorni scorsi, per voce di Paolo Calicchio, ha espresso la propria amarezza e lo sdegno nei confronti di “un episodio che condanniamo con forza”.
Ma veniamo ai fatti. E’ la notte del 31 ottobre e la furia del mare si sta abbattendo sulle prime file di case di Passo della Sentinella. Alcune scogliere sono state portate via e l’acqua ha invaso le strade e allagato molte abitazioni. “Sul posto spiega – Calicchio – c’è una squadra dei vigili del fuoco di Ostia, il nucleo sommozzatori di Roma e i Sas di Ciampino… ebbene sì, da Fiumicino non è arrivato nessuno perché manca sia un distaccamento dei pompieri che un servizio di protezione civile, ma questo è un altro, purtroppo gravissimo, problema”.
C’è un gran via vai e i mezzi dei pompieri stanno fronteggiando le situazioni di emergenza. “Sono momenti concitati – racconta un collega del pompiere aggredito, che preferisce mantenere l’anonimato – e la gente è visibilmente impaurita. Un vero caos: gente che strilla, bambini che piangono, anziani in difficoltà…”.
Come si è arrivati all’aggressione?
“Il caposquadra – spiega – stava facendo avanti e indietro per le viuzze di Passo della Sentinella per evacuare alcuni nuclei familiari. Era a bordo di un fuoristrada quando, a un certo punto, si è vista la strada sbarrata da un bulldozer”.
Cosa faceva?
“Alcune persone, che avrebbero riferito di lavorare per il Comune, stavano effettuando dei solchi sull’asfalto per permettere all’acqua di defluire. Un intervento che però impediva ai mezzi di soccorso di raggiungere celermente i punti nevralgici costringendoli a effettuare un giro lungo e tortuoso… ma soprattutto: quell’intervento da chi era stato deciso? E secondo quale Piano di soccorso? Per farla breve, il caposquadra ha domandato di attendere a quelle operazioni ed eventualmente coordinarle con le altre squadre… ma non c’è stato verso e ne è nato un battibecco che il pompiere ha pensato bene di interrompere per proseguire il proprio lavoro”.
E poi?
“Quattro individui, evidentemente stizziti dalla vicenda, invece di vedere il vigile del fuoco come un soccorritore, devono averlo interpretato come un nemico… Sta di fatto che il caposquadra è stato seguito e in un momento in cui si trovava solo e appartato, aggredito”.
Un agguato in piena regola…
“Proprio così. E’ stato raggiunto da calci, pugni e pietre. Ma non è tutto: una volta caduto a terra, il gruppetto ha continuato a colpirlo. Ciò che fa più male, come già ampiamente riferito, è quando ti rendi conto che il lavoro che stai effettuando non solo non viene recepito ma viene addirittura travisato”.
Riccardo Ragozzini