Ricordare le vittime delle guerre, costruire la pace e la sicurezza attraverso il disarmo
Il Faro on line ā Il 4 novembre non ĆØ un giorno di festa: ĆØ un giorno di lutto per le vittime delle guerre e dāimpegno per il disarmo. Non festa ma lutto, perchĆ© si ricorda la fine di una āinutile strageā, come Benedetto XV definƬ la prima guerra mondiale, e non si puĆ² non ricordare che tutte le guerre sono āinutili stragiā e tutti gli eserciti ne sono gli strumenti. Non festa ma impegno, perchĆ© per ricordare davvero ā e non retoricamente e ipocritamente ā le vittime delle guerre lāunico modo ĆØ āripudiare la guerraā e costruire la pace, attraverso la via realistica del disarmo.
Eppure il 4 novembre ā unica celebrazione traghettata dal fascismo alla Repubblica ā si continuano a āfesteggiareā solamente le forze armate e con loro gli strumenti di guerra. Ed ĆØ una festa che si prolunga tutto lāanno: nelle varie manovre finanziarie, qualunque siano i governi in carica, si continuano a dilapidare preziose risorse in spese militari e di armamenti (23 miliardi nellāultimo anno), si continua a finanziare lāacquisto di terribili strumenti dāattacco come i caccia f-35 (15 miliardi previsti) ed a condurre operazioni di guerra come lāoccupazione militare in Afghanistan, atti contrari alla Costituzione italiana. Si lascia invece quasi privo di risorse il Servizio Civile Nazionale, strumento di difesa civile della Patria prevista dalla legge e coerente con la Costituzione.
Del resto, gli armamenti non sono solo strumenti di guerra potenziale, che diventano attuali solo quando entrano in azione. Le armi sono strumenti e mezzi di guerra in atto anche quando non sparano, perchĆ© la quantitĆ enorme di risorse pubbliche che vengono destinate alle spese militari, alla preparazione della guerra contro minacce ipotetiche o pretestuose, lasciano la Patria senza difesa ed insicura rispetto alle reali minacce alle quali sono gravemente sottoposti, qui ed ora, tutti i cittadini, sul proprio territorio: la disoccupazione e la precarietĆ del lavoro, la povertĆ e lāanalfabetismo, la fragilitĆ edilizia in un paese sismico e i disastri idro-geologiciā¦
Svuotare gli arsenali e riempire i granai, diceva il Presidente Pertini, ed invece abbiamo riempitoĀ gli arsenali e svuotato i granai, offrendo la peggiore delle risposte possibili alla crisi economica e sociale che stiamo vivendo.Ricordare davvero le vittime delle guerre e costruire la pace puĆ² dunque avvenire solo avviando un serio disarmo, attraverso la riconversione dalla difesa militare alla difesa civile; liberando le risorse necessarie per lāaffermazione dei āprincipi fondamentaliā sanciti nei primi dodici articoli della Carta costituzionale, quelli che offrono la sicurezza della cittadinanza ā il lavoro, la solidarietĆ , lāuguaglianza, la cultura, la difesa del patrimonio naturale ā attraverso il Ā ripudio della guerra e degli strumenti che la rendono possibile. Il 4 novembre, come tutto lāanno.
Per questo il nostro Movimento, insieme a Peacelink e al Centro di ricerca per la pace di Viterbo, ha 1lanciato per il 4 novembre la campagna āOgni vittima ha il volto di Abeleā, affinchĆ© in ogni cittĆ sisvolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerreā.
Daniele Taurino ā Movimento Nonviolento sede romana