Temporali incessanti e amministrazioni latitanti, piove sul bagnato
La politica ha certamente le proprie colpe, ma bisogna smetterla di aspettare che qualcuno ci imponga delle regole. Il cambiamento deve partire da noi
Il Faro on line ā āOccorre denunciare lāinefficienza delle amministrazioni preposte al controllo del territorioā¦ La politica continua a non investire nella messa in sicurezza del territorio regionale, allāinterno del quale il 98% dei comuni sono interessati da almeno unāarea ad elevata probabilitĆ di frana o alluvioneā. Sembrerebbero le parole uscite da un estremista ambientale, un no-global che per principio va contro le istituzioni, il potere costituito. E invece a parlare ĆØ stato il Presidente dellāOrdine degli Ingegneri del Lazio, Roberto Troncarelli. Che ha proseguito: āIn carenza di risorse finanziarie importanti sarebbe sufficiente ridurre il rischio con interventi di minor costo, quali lāemanazione di norme sullāuso del suolo, la delocalizzazione degli insediamenti presenti nelle zone di rischio maggioreā. āUn ulteriore contributo si avrebbe coinvolgendo la popolazione: sistemi di preavviso e allarme e piani di emergenza, presidi territoriali, comunicazione alla cittadinanza del rischio e successivo coinvolgimento della stessa nelle azioni di difesa. In molti paesi esteri questo avviene da tempoā. Troncarelli parlava in maniera generica della Regione, ma ogni sua parola tocca un nervo scoperto della popolazione di Fiumicino. Ogni singolo passaggio di questa analisi fa venire lāorticaria se si pensa alla situazione locale.
āLa politica continua a non investire nella messa in sicurezza del territorioāā¦
Le opere di messa in sicurezza sono state fatte a Fiumicino dallāAutoritĆ portuale. La politica, intesa come Comune, da anni si trastulla tra unāelezione e lāaltra sul caso di Passo della Sentinella, senza che nessuno abbia mai avuto il coraggio di fare una scelta definitiva. Che sarebbe stata quella di radere al suolo Passo della Sentinella non certo per fare un dispetto a chi vi si era insediato ma per ricollocarlo in unāarea sicura dove poter vivere con un uguale dignitĆ degli altri cittadini, sia rispetto ai diritti sia rispetto ai doveri.
Oppure, di contro, decidere in maniera chiara di trasformare quellāarea in una zona al pari delle altre, dunque mettendola in sicurezza (antemurale, argine sul Tevere, ecc.) arredandola e trasformandola in quartiere vero. Chi ĆØ salito sullo scranno piĆ¹ alto del Comune di Fiumicino non ha mai fatto nĆ© questo nĆ© quello, trascinando la questione al punto critico dovāĆØ oggi. Al punto che ora sono gli stessi residenti, spaventati dal rischio di morire spazzati via dalle onde o folgorati da scariche elettriche, a pensare con urgenza a unāipotesi di spostamento.
Un ulteriore contributo si avrebbe coinvolgendo la popolazioneā¦
āBeh, su questo punto ĆØ meglio stendere un velo pietoso. La parola ācoinvolgimentoā a Fiumicino per anni ĆØ stata ā ed ĆØ tuttora ā un tabĆ¹. Coinvolgere significa tante cose: incontrarsi con regolaritĆ , aprirsi al dialogo, ascoltare altre proposte senza classificarle come critiche, avere lāintelligenza di saper cambiare rotta. Un mondo sconosciuto a via Portuense, se ĆØ vero che lāunica vera protezione civile del territorio sta ferma da anni (e fermi stanno i suoi uomini e i suoi mezzi, dalle idrovore, alle ambulanze, ai mezzi anfibi, ecc.) perchĆ© pur avendo vinto in tutti i gradi di giudizio che lo Stato mette a disposizione non ĆØ mai stata ācoinvoltaā, appunto, relegata ai margini di una contesa personale che poco ha a che fare con il concetto di pubblica utilitĆ .
āSistemi di preavviso, allarme e piani di emergenzaā¦ā
Altro settore completamente sconosciuto a Fiumicino. Le uniche esercitazioni vengono fatte a livello di Interforze, una volta allāanno. Il che significa che chi ĆØ predisposto ad operare in situazioni critiche sa cosa deve fare, ma si trova di fronte una popolazione al contrario totalmente impreparata a gestire una qualsiasi emergenza. Non sa dove collocarsi, non sa quale piazza ĆØ stata definita āsicuraā nelle diverse aree. E si che ci troviamo con un aeroporto da una parte e il mare dallāaltraā¦
Significative sono state anche le dichiarazioni dellāassessore regionale Cangemi, che facendo il punto della situazione ha definito Fiumicino una delle aree dove la situazione ĆØ piĆ¹ difficile, ribadendo di essere in contatto costante con Luca Fegatelli, capo del Dipartimento istituzione e Territorio della Regione Lazio. Un nome che a molti non dirĆ nulla, ma ĆØ lo stesso Fegatelli che ha in mano le carte del territorio per definire una volta per tutte la questione del rischio esondazione, e dunque della strada argine necessaria a mettere in sicurezza lāarea; il che, una volta operativo, sbloccherebbe lāintero comparto edilizio di Fiumicino, compresi gli ormai conosciutissimi B4a.
Hanno ragione i geologi: la politica non investe nella difesa del territorio. E lāabnegazione nel momento dellāemergenza (che va comunque apprezzata) per un certo verso fa ancora piĆ¹ rabbia. Se chi ha la responsabilitĆ della sicurezza di un territorio si attivasse per tempo e con idee chiare e precise (dicesi ācon coraggioā) non avrebbe bisogno di fare lāeroe quando la natura scatena il delirio.
Ultima considerazione, anche se so che mi tirerĆ² addosso qualche critica. La politica ha tutte le colpe, ma bisogna smetterla di aspettare che venga qualcuno a dirci cosa possiamo e non possiamo fare, se vogliamo crescere come popolo. Se una zona ĆØ pericolosa ĆØ sbagliato andare a costruirci, se una strada ĆØ pericolosa ĆØ sbagliato correre, se un territorio lo vogliamo pulito ĆØ sbagliato prendere i cassonetti come discariche per mobili e divani. A prescindere dalle ordinanze, dagli autovelox, dalle multe e dai controlli. Il cambiamento deve partire da noi. Inutile aspettare che āarrivino i nostriā; il Far west ormai ĆØ roba buona solo per i fumettiā¦
Angelo Perfetti
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