appunti di viaggio

Lavori pubblici e lavori privati. La Legge è uguale per (quasi) tutti

12 novembre 2012 | 04:52
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Lavori pubblici e lavori privati. La Legge è uguale per (quasi) tutti

Una delibera regionale consente la realizzazione di rotatorie all’Isola Sacra solo previa eliminazione del rischio idraulico. Ma il Comune costruisce

Il Faro on line – Intendiamoci subito: che l’Amministrazione comunale faccia opere pubbliche destinate a migliorare la circolazione, evitare incidenti, diminuire la velocità delle auto in città è cosa buona e giusta. Ma dobbiamo metterci d’accordo sul concetto di rispetto delle regole se vogliamo che questa nostra società cresca. O valgono per tutti o semplicemente non valgono. Perché è quantomeno anomalo che chi deve dare l’ok per l’edificazione di qualcosa neghi il parere ai cittadini adducendo la motivazione del rischio idraulico e poi si dimentichi dello stesso rischio idraulico quando a decidere di costruire è la stessa Amministrazione.

E’ purtroppo il solito corto circuito – tutto italiano – dove spesso controllato e controllore coincidono. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La storia della rotonda di Via Coni Zugna, angolo via Passo Buole, è la cartina di tornasole di un sistema politico-tecnico-amministrativo che deve essere cambiato nel prossimo futuro. Ma entriamo nel dettaglio. La Regione Lazio, conscia del pericolo (diciamo così perché ufficialmente così viene definito) di esondazione, e dunque del rischio idraulico all’Isola Sacra, ha espresso parere favorevole alla realizzazione della rotatoria, proposta dal Comune, a patto che prima fossero eliminate le condizioni di rischio. Ossia c’era l’ok alla costruzione (LEGGI LA DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE) solo dopo la messa in sicurezza del quartiere.

Ora, a meno che non ci sia sfuggito qualcosa di macroscopico, la messa in sicurezza è tutta ancora da venire. Tant’è che il popolo dei B4a è ancora in mezzo al guado, con un’Ici da pagare senza avere però la possibilità di costruire. E questa possibilità è negata alla maggior parte (non tutte, per la verità…) delle persone che hanno terreni all’Isola Sacra.  Ciò che non funziona in tutta questa storia è che alcune prescrizioni valgano per i privati ma non valgano per il pubblico, come se il pubblico avesse una sorta di licenza di fare ciò che vuole, che non è esattamente il principio di democrazia scritto nella Costituzione.

E’ la stessa maledetta storia che sta mettendo in ginocchio migliaia di aziende in tutta Italia: quando il pubblico deve prendere soldi i tempi sono certi e inderogabili, quando deve darli (pagamenti, rimborsi, ecc.) la certezza del tempo svanisce. La pubblica amministrazione riesce nell’impresa impossibile di rendere reale il famoso paradosso di Zenone, risalente addirittura al quinto secondo avanti Cristo. Semplificando: per quanto i cittadini cerchino di raggiungere ciò che spetta loro, la Pubblica amministrazione sarà sempre un tantino più lontana, quel che basta per non pagare.

  • Il Paradosso di Achille e la tartaruga – uno dei paradossi di Zenone più famosi – afferma che se Achille (detto “pie’ veloce”) venisse sfidato da una tartaruga nella corsa e concedesse alla tartaruga un piede di vantaggio, egli non riuscirebbe mai a raggiungerla, dato che Achille dovrebbe prima raggiungere la posizione occupata precedentemente dalla tartaruga che, nel frattempo, sarà avanzata raggiungendo una nuova posizione che la farà essere ancora in vantaggio; quando poi Achille raggiungerà quella posizione nuovamente la tartaruga sarà avanzata precedendolo ancora. Questo stesso discorso si può ripetere per tutte le posizioni successivamente occupate dalla tartaruga e così la distanza tra Achille e la lenta tartaruga pur riducendosi verso l’infinitamente piccolo non arriverà mai ad essere pari a zero.

Si dirà: ma la fontana non è una casa, nessuno deve viverci dentro. Giusto. Ma o cominciamo a dare il buon esempio sul fatto che le regole sono regole per tutti, oppure è difficile iniziare un processo culturale ed educativo quando i primi ad infrangerle sono gli stessi tutori delle regole. Peccato che la questione sia stata risolta con una fontana e via così… Quei lavori avrebbero potuto essere una buona occasione per denunciare il problema: che so, Il Comune avrebbe potuto realizzare la struttura autodenunciarsi pubblicamente e iniziare una battaglia per definire rapidamente la questione idraulica. Magari mettendo un colorante rosso all’acqua della fontana, a simboleggiare quel colore che nelle cartine definisce le aree R4 a rischio morte; una fontana che getta “sangue” fino a che il problema non fosse superato. Sarebbe stato un modo per attirare sulla Regione Lazio l’attenzione di tutta Italia, e forse anche oltre. Invece la fontana ha i suoi piacevoli zampilli, in barba alle prescrizioni. E così sia.

Angelo Perfetti
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