Il ricorso della Polverini depositato al Consiglio di Stato
“Non si comprende dunque come mai ciò che era corretto nel 2010 diviene illegittimo appenda due anni dopo e a legislazione invariata”
Il Faro on line – È stato depositato oggi al Consiglio di Stato l’appello con cui il presidente dimissionario della Regione Lazio Renata Polverini chiede l’annullamento, previa sospensione, della sentenza con cui il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Movimento difesa del Cittadino sullo svolgimento delle elezioni regionali entro 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio. Nell’atto, redatto dall’avvocato Federico Tedeschini, si sostiene come “l’indizione delle elezioni non può essere dunque qualificata e neanche lontanamente assimilata ad un atto di amministrazione, ma deve essere sempre e comunque ritenuta atto politico vero e proprio, sottratto, come tale, all’ordinario sindacato giurisdizionale proprio perché espressione della fondamentale funzione di direzione e di indirizzo politico del governo nazionale, oppure dei governi regionali”. Insomma, nelle 26 pagine dell’appello si sostiene “l’insindacabilità degli atti politici da parte del giudice amministrativo”.
Quanto al significato del termine “indizione”, “una lettura piena e costituzionalmente orientata dell’articolo 5 della legge regionale 2/2005, impone – esattamente al contrario di quanto sostenuto dai ricorrenti di primo grado e dal Tar Lazio nella sentenza impugnata – di interpretare la norma regionale nel senso che il presidente della Regione Lazio sarà tenuta, nel termine di tre mesi dallo scioglimento del consiglio (e quindi entro il 28 dicembre) a fissare la data delle elezioni e non anche a disporne l’effettivo svolgimento”. Sul punto vengono richiamate pronunce passate dello stesso tribunale: “Non si comprende dunque come mai ciò che era corretto nel 2010 diviene illegittimo appenda due anni dopo e a legislazione invariata”. Citato nell’appello anche quanto avvenne dopo le dimissioni di Piero Marazzo, quando si andò al voto cinque mesi dopo lo scioglimento del consiglio regionale. Il Movimento Difesa del Cittadino, dal canto suo, ha chiesto di essere ascoltato e il presidente del Consiglio di Stato sta valutando se accogliere l’istanza. Una volta deciso questo passaggio, verrà fissata una data per l’esame del ricorso.