Monti lascia: “Non mi faccio impallinare”. Voto a febbraio?

8 dicembre 2012 | 22:57
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Monti lascia: “Non mi faccio impallinare”. Voto a febbraio?

Il Faro on line – Monti lascia. Lo ha detto a Napolitano, facendo intendere che le sue dimissioni saranno irrevocabili. Dopo però l’approvazione della legge di stabilità. Dietro la decisione di Mario Monti di dimettersi una volta verificata la possibilita’ di approvare quanto prima la legge di stabilita’, c’e’ la volonta’ di non farsi ulteriormente ”impallinare, ne’ logorare”. E’ quanto riferiscono fonti che hanno potuto parlare con il presidente del Consiglio, dopo il colloquio al Quirinale. Le stesse fonti, interrogate in merito alla possibilita’ che il premier scenda direttamente in campo nella campagna elettorale, magari con una propria lista, rispondono: ”Su questo ancora nessuna decisione e’ stata presa”. Facendo capire che una riflessione e’ in corso.

Il premier Mario Monti intende avviare quanto prima i contatti con i partiti per verificare disponibilita’ e tempi dell’approvazione della legge di stabilita’. Il tutto in un’ottica di accelerazione che potrebbe portare al voto in febbraio, anziche’ a marzo come finora ipotizzato. E’ quanto si apprende in ambienti vicini al governo.

Progressisti e moderati si attrezzano per parare i colpi dell’offensiva berlusconiana e premono per una accelerazione verso il voto. Va evitato, ripetono, di lasciare spazio a campagne antieuropeiste, populiste e contro il rigore del governo in carica. Insomma, non si devono regalare tre mesi di campagna elettorale a Berlusconi. Anche se il rinnovato asse tra i democratici e i centristi gia’ provoca reazioni da parte di Sel. E una conseguente frattura anche all’interno delle forze ‘montiane’ che dovevano marciare ‘unite’ dietro la parola d’ordine del Monti Bis. Intanto, considerato anche lo stop sulla legge elettorale, tra i progressisti si studiano le mosse per garantire la governabilita’, con un occhio all’incognita Senato, dove il premio di maggioranza e’ regionale.

“E’ un anno che gli italiani si stanno sacrificando per evitare il baratro e oggi riemerge Berlusconi che vuole riportarci indietro di 5 anni. E’ veramente infantile ribaltare le accuse su Monti che ha ridato un minimo di credibilita’ all’Italia”, attacca Pier Ferdinando Casini, che si incarica oggi di guidare il fronte dei difensori dell’operato del governo in carica. A difendere in proprio l’operato del governo, e’ stato comunque lo stesso Mario Monti, mettendo in guardia contro”ritorni al passato” e a quando l’Italia rischiava di essere il detonatore che poteva far saltare tutta l’Eurozona. Anche per questo, ribadisce il Pd, serve chiudere in fretta un periodo di inevitabile turbolenza. ”Non ha senso trascinarsi altri tre mesi se il clima resta quello di questi giorni. Lavoriamo ogni giorno da qui a Natale e poi, prima si va al voto, meglio e’ ”dice il democrat Francesco Boccia che rimanda al mittente il via libera di Berlusconi alla conferma del voto a marzo. ”Elezioni il 10 marzo? Sentiremo Napolitano, ma la situazione e’ delicata”, fa notare anche Matteo Colaninno.

Intanto, mentre si rafforza l’asse tra Pd e centristi fanno discutere le parole di Enrico Letta che parla apertamente di un ravvicinamento al cosiddetto ‘centro montiano’. ”Non ho dubbi che faremo un governo insieme alle forze che sostengono Monti oggi”, dice il vicesegretario del Pd che apre a tutte le ipotesi possibili. ”Che questo debba avvenire con un’alleanza con liste apparentate ora, o con un accordo dopo il voto, e’ da valutare. E’ una scelta legata anche alle tecnicalita’ della legge elettorale” spiega in un’intervista a La Stampa.

”Un’intesa con Monti e’ impraticabile, cosi’ come un’alleanza con l’Udc, come e’ stato ribadito da tutti durante le primarie del centrosinistra” attacca Gennaro Migliore, della segreteria nazionale di Sel. ”Evitiamo polemiche inutili ricordandoci che le primarie sono servite a definire una linea e che questa linea è quella che consente a Bersani di rappresentare tutti”, replica Francesco Boccia. Di certo l’avvicinamento tra Bersani e Casini non aiuta la costruzione di quel movimento unitario tra le forze ‘montiane’ rappresentate dalla Lista per l’Italia di Casini e Fini e dal Movimento Verso la Terza Repubblica. A cui non giova neppure una certa rigidita’ mostrata dai montezemoliani sulla ricandidaturadella nomenclatura centrista e finiana. Di certo, allo stato, nulla si puo’ escludere, tantomeno una discesa in campo dello stesso premier, cosa che ovviamente taglierebbe la testa ad ogni titubanza sul progetto montiano.

”Tutte le opzioni restano in campo”, si ostina a ripetere chi gravita nell’orbita del Manifesto, dove si segnala anche una smentita a chi ipotizza un passo indietro di Italia Futura nel caso in cui Monti dovesse decidere di non scendere in campo. Per Gianfranco Fini un accordo si puo’ trovare: basterebbe ”partire dal programma. E mettere da parte i personalismi”.

”Siamo prontissimi a votare ildisegno di legge di stabilita’ stringendo i tempi. Anche qui stala nostra responsabilita’ esattamente come avevamo preannunciatoa Napolitano e formalmente affermato in Parlamento. Noi ci siamo, Bersani in questo momento cosi’ delicato sospenda i tonida campagna elettorale”. Lo afferma il segretario del Pdl, Angelino Alfano.

”Di fronte all’irresponsabilita’della destra che ha tradito l’impegno assunto un anno fa davantial paese, aprendo di fatto la campagna elettorale, Monti harisposto con un atto di dignita’ che rispettiamo profondamente. Noi siamo pronti ad operare per l’approvazione nei tempi piu’rapidi della legge di stabilita”’. Cosi’ Pierluigi Bersani.

Inutile sottolineare che gli accordi (e i disaccordi) per le politiche avranno inevitabili riverberi sia per le elezioni regionali sia per le prossime amminstrative.
Angelo Perfetti