Le “spintriae” e il sesso nell’antica Roma

17 dicembre 2012 | 12:48
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Le “spintriae” e il sesso nell’antica Roma

Il Faro on line – I Romani risentirono di vari costumi delle civiltà limitrofe e delle civiltà che incontrarono nel percorso che li portò alla dominazione del mondo; Greci, Etruschi, Egiziani, Persiani, Indiani. Il risultato fu una società patriarcale ma molto tollerante, soprattutto con un profondo rispetto per le donne e per la loro libertà. Talmente tollerante che c’erano molte donne, fortemente attratte dagli esercizi sportivi praticati nelle palestre adiacenti le terme, che piuttosto che rinunciare alla ginnastica, preferivano compromettere la loro reputazione facendo il bagno nude con gli uomini. Fu l’Imperatore Adriano che separò i bagni secondo il sesso, assegnando ore differenti ai lavaggi degli uomini e a quelli delle donne.

Anche la sessualità, fu sempre libera, almeno con l’avvento dell’impero, in cui la donna assunse anche importanti ruoli politici, accanto all’imperatore. Basta guardare Pompei, ma anche ostia antica, dove le raffigurazioni di amplessi sessuali adornavano i postriboli e le camere da letto delle famiglie. La prostituzione poi era molto diffusa e tollerata. A Roma si contavano ben 32.000 prostitute, tra schiave e donne libere della plebe, che lo sceglievano come lavoro soprattutto se non avevano più un mantenimento, se ripudiate o vedove. Certo, c’era chi lo faceva per piacere come si racconta di Messalina, moglie di Claudio, o di Giulia Soemia, madre di Elagabalo, perversa al punto tale da scegliere le doti dei membri della corte in base alla lunghezza del Fallo. In sostanza le prostitute erano usate, ma non disprezzate come oggi.

Il 23 Aprile e il 25 ottobre si celebravano per loro due feste con processione sacra delle suddette al tempio di Venere Ericina. Ma erano prostitute sacre anche le sacerdotesse di Astarte nell’antica Grecia ed Etruria, che accoglievano i marinai che sbarcavano nei porti mediterranei; e forse non erano così vergini le vestali e le sacerdotesse dei castori al tempo di Caligola. Lo stesso Caligola allo scopo di aumentare le entrate imperiali, avrebbe fatto versare dalle prostitute all’erario la cifra corrispondente al guadagno di un incontro sessuale giornaliero, ma soprattutto sembra che avesse istituito sul Palatino un proprio bordello visitato spesso da lui e dalla sua corte. L’imperatore Domiziano giunse addirittura, per accattivarsi il favore del popolo, a garantire, per i maschi romani, un certo numero di entrate gratis nei postriboli.  

Era dunque uso comune per l’uomo romano, dopo aver mangiato, essersi lavati alle terme e aver socializzato nel foro, fare una capatina nel lupanare per un breve incontro sessuale a pagamento. E qui tornano in ballo le tessere, dischi di bronzo con raffigurazioni e numeri, non appartenenti alla monetazione ufficiale. Perché se le tessere, diciamo comuni, con scene di bighe e di pugili servivano per entrare nei circhi e assistere ai ludi, o per giocate clandestine nei casinò, magari allestiti in occasioni speciali, come i trionfi degli imperatori, a cosa servivano le tessere erotiche?

Queste tessere, con scene esplicite di sesso, davvero uniche, sono anche chiamate SPINTRIAE. Spintria è un termine che deriva dal greco e significa scintilla, di passione, di libidine, e fu sempre usato dai Latini in riferimento a persone, soprattutto a giovinetti, omosessuali passivi. In realtà il termine spintria fu impiegato per la prima volta da Petronio e poi usato anche da Svetonio per indicare i giovani coinvolti da Tiberio nei suoi presunti festini erotici a Capri. Ma era anche un termine molto slang per diffamare un politico. O per insultare un uomo. Ci si riferiva a Vitellio chiamandolo spintria, per denigrarlo e insultarlo, visto che era stato un “pesciolino” di Tiberio.

Si è molto discusso circa le possibili funzioni delle SPINTRIAE e sono state formulate alcune ipotesi. La diversità delle opinioni deriva dal fatto che gli autori latini non parlano di queste tessere, almeno direttamente, confermando però la loro rarità.  Esse ebbero molta fama nel rinascimento tanto da essere esposte in collezioni di potenti famiglie italiane, più come una corbelleria dei progenitori Romani, piuttosto che simbolo di lascivia e immoralità. Si deve però a questa moda il loro studio e la loro tradizione. Lo stesso nome e i primi studi, comprese molte imitazioni e falsi che ancora oggi imbarazano le aste mondiali. Una delle ipotesi più accreditata però è che le spintriae siano direttamente collegate ai bordelli. Ipotesi rafforzata anche da una legge promulgata dell’imperatore Tiberio, che proibì l’uso nelle latrine e nei bordelli di monete e di anelli recanti l’effige imperiale dei suoi familiari, L’imperatore non voleva che si pagassero prestazioni sessuali con monete recanti effigi divine. Perchè infatti uno dei primi suoi atti di governo fu divinizzare tutta la sua augusta famiglia.

E dunque furono coniate le tessere erotiche che avevano probabilmente anche la funzione di indicare la specialità sessuale richiesta, sul dritto, e il prezzo da corrispondere alla ragazza, sul retro. Ci si aggiunga inoltre un fatto strettamente pratico; le città romane e i lupanari erano crogioli di genti diverse con lingue diverse. Una multietnicità in cui forse l’acquisto di una spintria era necessario per essere chiari sia sul servizio da richiedere, sia sul pagamento da effettuare e ricevere in cambio.E’ probabile che nei bordelli fosse esposta una classifica delle prestazioni e delle ragazze, come pure un prezzario per le difficoltà delle prestazioni. Forse nei bordelli più rinomati venivano anche svolti spettacoli particolari; non lo sappiamo. Gli stessi numeri sui retri delle spintriae che vanno da 1 a 16 saranno il corrispondente in assi, ma è certo però che le prostitute costassero di meno e dunque non ne siamo sicuri.

L’ultima ipotesi è invece molto suggestiva; le spintrie sono un gioco di società molto raffinato che prendeva a pretesto il sesso coinvolgendo uomini e donne di un certo rango.. Una sorta di strip poker; e visto l’amore dei romani per il gioco e le scommesse, forse non si può del tuto escludere questa ultima ipotesi.Certo è un fatto ; le Spintrie ci aprono uno spiraglio di luce su quello che doveva essere la quotidianità di un mondo e di un popolo che è ancora oggi a noi sconosciuto e che, per certi aspetti, malgrado la distanza storica e concettuale, sembra molto più moderno, tollerante e libero da pregiudizi rispetto all’’età in cui viviamo. 
Nomismaticus