Porto della Concordia, l’ordinanza di arresto

19 marzo 2013 | 14:03
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Porto della Concordia, l’ordinanza di arresto

Trenta pagine con una conclusione choc: “La frode ai danni degli interessi pubblici – scrive il Gup – sembra rappresentare il perno della politica imprenditoriale di Bellavista Caltagirone”

Il Faro on line – Un’ordinanza di trenta pagine, con dentro dichiarazioni pesantissime. Ne riportiamo uno stralcio, ricordando che un’accusa non equivale a una condanna e che le prove si formano solo e soltanto in aula di tribunale, dove all’accusa può controbattere la “difesa”. “La frode ai danni degli interessi pubblici sembra rappresentare il perno della politica imprenditoriale” di Francesco Bellavista Caltagirone”. E’ quanto scrive il gip del tribunale di Civitavecchia, Chiara Gallo, in un passaggio dell’ordinanza di arresto eseguita oggi dalla guardia di finanza nei confronti dell’imprenditore e del suo collaboratore, Emanuele Giovagnoli, per i lavori per la realizzazione del porto di Fiumicino.

“La vicenda relativa alla realizzazione del porto di Fiumicino – scrive ancora il gip di Civitavecchia nell’ordinanza di trenta pagine – si caratterizza per un intento fraudolento preordinato e finalizzato a realizzare un’opera con caratteristiche costruttive di granlunga inferiori a quelle previste dagli accordi iniziali e a sottrarre alle delle societa’ coinvolte le ingenti risorse ricevute dal sistema bancario che sono state trasferite nella disponibilita’ personale di Caltagirone Bellavista all’estero utilizzando societa’ fittizie in modo da ostacolarel’identificazione della provenienza illecita del denaro”. “La disponibilita’ di ingenti risorse, provento di delitto, all’estero – scrive il gip Chiara Gallo – e nelle casse di societa’ fittizie costituisce di per se’ un concreto e attuale pericolo di reiterazione di reati attesa l’elevata probabilita’ che su tali somme vengano effettuate ulteriori operazioni di trasferimento e di reimpiego”. Inoltre per il giudice l’inchiesta sulla realizzazione del porto d’Imperia, per il quale Bellavista Caltagirone fini’ in carcere, “rappresenta evidente dimostrazione del modus operandi”. “La frode ai danni degli interessi pubblici sembra rappresentare il perno della politica imprenditoriale” di Francesco Bellavista Caltagirone.

L’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, dunque, secondo quanto scrive il giudice potrebbe reiterare i reati di cui e’ accusato nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti commessi per la realizzazione del porto di Fiumicino. Ecco dunuqe il perché della firma sull’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Angelo Perfetti