Tribunale, chiude la sezione distaccata di via dei Fabbri navali

13 settembre 2013 | 20:15
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Tribunale, chiude la sezione distaccata di via dei Fabbri navali

A oltre dieci anni dalla nascita, e con un record di procedimenti smaltiti, adesso tutto peserà su piazzale Clodio

Il Faro on line – Il 13 settembre è arrivato ma non c’è stato nessun ‘miracolo’. E il tribunale di Ostia ha chiuso. Oggi è stato l’’ultimo giorno’ per l’ufficio giudiziario di via dei Fabbri navali dopo tredici anni di onorato servizio. E di migliaia di procedimenti sbrigati. Mentre è in corso il trasferimento dei faldoni e dei dipendenti, un avvocato ha deciso per lo sciopero della fame contro la decisione del ministero di giustizia di tagliare la sezione distaccata del tribunale di Roma. Aperto un ombrellone davanti all’entrata, si è messo a sedere con un cartello con la scritta eloquente ‘sciopero della fame’. Per la strada è tutto un andirivieni di cittadini, curiosi, associazioni. 

Ci sono incredulità e rabbia. A nulla sono valse le manifestazioni, le proteste, le interrogazioni, le mozioni dei tanti politici, delle associazioni forensi, dei cittadini, in primo luogo, per impedire questo drastico provvedimento che priva un territorio di 300mila abitanti di quello che, a tutti gli effetti, era ‘l’ultimo baluardo di legalità in un territorio a rischio infiltrazioni criminali’. Insomma, non c’è stato nulla da fare per scongiurare la prevista chiusura del tribunale nonostante tutte le mobilitazioni degli ultimi mesi. La scorsa settimana il consiglio municipale, pur non avendo all’ordine del giorno la trattazione di questo argomento, ha aperto la partecipazione ad alcuni rappresentanti delle categorie degli avvocati. 

Sono così intervenuti Roberto Nicodemi, consigliere dell’ordine degli avvocati di Roma, Maurizio Neri, presidente dell’associazione Colleganza forense, e anche Giuseppe Di Lorenzo, presidente uscente della Consulta dei comitati di quartiere del X Municipio. Tutti hanno ribadito la necessità di mantenere la sezione di Ostia, ‘fondamentale presidio di legalità sul territorio’. Il presidente del X municipio, Andrea Tassone, si è impegnato a portare all’attenzione del sindaco Ignazio Marino e del presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, una formale richiesta di proroga della sezione distaccata del tribunale perché intervengano. Ma, a quanto sembra, è stato tutto inutile. Tra gli ultimi ad appellarsi contro il provvedimento che sancisce la nuova geografia giudiziaria, voluta l’estate scorsa dall’allora ‘governo tecnico, che comporta la soppressione di 674 uffici, tra cui oltre 320 tribunali del giudice di pace, la senatrice lidense Fabiola Anitori. L’esponente politica aveva rivolto un accorato appello al ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri per un ‘ripensamento’. Ripensamento che purtroppo non c’è stato. “Non c’è stata la volontà politica di salvarlo”, dicono in molti: “la proroga di due anni avrebbe dovuto e potuto essere concessa!”.  

Si era puntato sulla presenza della criminalità come dimostrato dall’esistenza  dei clan Fasciani e Triassi che avevano ‘business’ sull’assegnazione delle case popolari e delle spiagge a Ostia, come emerso dalle intercettazioni ambientali effettuate nel corso dell’operazione ‘Nuova alba’ che il 26 luglio scorso ha portato all’arresto di 51 persone. Un’operazione che ha il s record del primo 416 bis a Roma. L’accusa, infatti, è di associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra le ultime operazioni quella di un maxi-sequestro di 9 chili di droga a Dragona. E l’ipotesi che dietro questo giro ci sia la mano criminalità organizzata.Il tribunale di Ostia rappresentava un’eccellenza nel panorama giudiziario nazionale con le sue 3.200 pratiche sbrigate ogni anno. A oltre dieci anni dalla nascita, e con un record di procedimenti smaltiti, adesso tutto peserà su piazzale Clodio.