“Unioni civili, l’argomento meritava una maggiore attenzione”

19 settembre 2013 | 19:08
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“Unioni civili, l’argomento meritava una maggiore attenzione”

Rasi (Pdl): “Considero ancora la famiglia secondo l’accezione tradizionale dell’unione tra un uomo ed una donna”

Il Faro on line – Si è votata oggi in Consiglio una risoluzione volta ad istituire nel X municipio il registro delle unioni civili o famiglie di fatto anagrafiche con un ampio consenso che ha visto opporsi solo i due consiglieri, Cristiano Rasi e Maria Cristina Masi. “Le motivazioni del voto contrario – spiega Rasi – sono state di due ordini, il primo, in contrasto con l’apertura nei confronti delle unioni omosessuali, volto a ribadire il concetto di famiglia come fondata sull’unione uomo-donna e sulla sua fecondità, così come ribadito recentemente anche da Papa Francesco, e riconoscendone il ruolo di primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, così come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana”. 
“L’argomento trattato, portato in Consiglio senza alcun passaggio in Commissione, essendo tra quelli delicati e facilmente strumentalizzabili, meritava, a mio parere, un diverso percorso di approfondimento visto che tende ad attribuire a determinate categorie di persone alcuni diritti senza definire l’ambito di quei doveri che costituiscono il rovescio della medaglia dell’impegno che dovrebbe rappresentare il fondamento del nucleo familiare. Il secondo ordine di ragioni infatti è pstato di puro carattere giuridico. L’istituzione di tale Registro non ha infatti in sé carattere costitutivo di diritti ma solo dichiarativo dell’unione e manca ancora completamente di una normativa nazionale sottostante in grado di guardare a tutti gli aspetti di un’unione, dai diritti alle responsabilità reciproche, dai rapporti economico-patrimoniali all’assistenza sanitaria e penitenziaria, dalla successione del contratto di locazione alla successione patrimoniale, dalla cessazione dell’unione al limitato obbligo alimentare, ben diverso da quello pertinente al matrimonio. Personalmente ho espresso un voto contrario, sottraendomi al comportamento “politically correct” che spaventa coloro che vogliono evitare di essere etichettati come retrogradi o, ancora peggio, omofobi. In Consiglio mi sono dichiarato un giurassico perché considero ancora la famiglia secondo l’accezione tradizionale dell’unione tra un uomo e una donna, ribadendo come sia giunto il momento di riportare il concetto di famiglia tradizionale al centro dell’impegno politico dei partiti laddove si nota invece che attualmente, sono coloro che scelgono di contrarre matrimonio ad essere penalizzati da ingiuste tassazioni e da fastidiosi calcoli di cumulo dei redditi”. 

“Sarebbe giusto considerare che le coppie di fatto eterosessuali, che rappresentano il vero fenomeno che coinvolge 12 milioni di persone nel nostro Paese, operano una scelta spesso forzata a non voler contrarre il matrimonio e che a loro bisognerebbe fornire tutela, incoraggiando e favorendo la scelta di diventare genitori. Forse sono l’unica voce fuori dal coro… ma, onestamente, credo di no”.