“Darsena pescherecci, nessuno provi a far slittare l’opera”

10 gennaio 2014 | 00:30
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“Darsena pescherecci, nessuno provi a far slittare l’opera”

Dichiarazioni del leader della lista civica Noi Insieme, Luigi Satta: “E nessuno provi a mettere in mezzo il problema dell’erosione”

Il Faro on line – “Siamo ormai all’inizio del nuovo anno che vedrà, tra qualche mese, l’inizio dei lavori per la realizzazione della darsena per la pesca, opera che finalmente metterà al sicuro l’ormeggio della flotta di Fiumicino. Una manna per chi attende con urgenza interventi che mettano una pezza ai disastrosi lavori di “messa in sicurezza” delle due banchine (nord e sud) lungo la Fossa Traianea. Lavori eseguiti da una società che ha messo in pratica un progetto voluto dall’Autorità Bacino Tevere e ha solo moltiplicato i pericoli e i problemi alle imbarcazioni all’ormeggio in situazioni meteo avverse”. Lo afferma il leader della lista civica Noi Insieme, Luigi Satta.

“Il Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti, nei diversi incontri con armatori, pescatori e cooperative ha sempre rassicurato tutti: entro il 2013 ci sarebbe stata l’apertura dei cantieri (per la costruzione del molo sud e consequenzialmente della darsena) salvo imprevisti che purtroppo si sono presentati e hanno allungato di altri sei mesi questo progetto. Ora, incrociando le dita, siamo in dirittura di arrivo. Salvo le solite contestazione di qualche furbo che ha interesse a far slittare di qualche mese ancora quest’opera. E nessuno provi a mettere in mezzo il problema dell’erosione. Oggi paghiamo il disinteresse decennale delle amministrazioni di centrodestra e centrosinistra, senza distinzioni, e un modo di operare che invece di intervenire drasticamente ha trasformato l’erosione di un business da sogno”.

“È importante che ci si abitui all’idea: non si costruirà la darsena della pesca per soddisfare i capricci di qualche associazione o di qualche imprenditore. È una necessità per una categoria in grossissima difficoltà. Qui non c’è gente che fa soldi a palati ma poveri cristi che lavorano 15 o 18 ore al giorno tra le onde del mare, mettendo a rischio la propria vita. L’auspicio è uno solo: che gli enti preposti accelerino e i soliti riti burocratici non affondino un’opera fondamentale. Ogni giorno qualcuno rischia in prima persona. Nessuno vuole avere un morto sulla coscienza”.