Acqua pubblica, approvata la proposta di iniziativa referendaria

17 marzo 2014 | 15:00
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Acqua pubblica, approvata la proposta di iniziativa referendaria

“L’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale”

Il Faro on line – Pubblica e partecipata. Così deve essere la gestione dell’acqua secondo la proposta di legge approvata oggi dal Consiglio regionale del Lazio. Si tratta di norme di iniziativa referendaria, proposte da 39 Comuni del Lazio, primo fra tutti Corchiano, e sottoscritte da 40mila cittadini. Lo Statuto della Regione prevede infatti la possibilità di referendum propositivi che il Consiglio può evitare deliberando a sua volta sulla proposta, come è avvenuto oggi, sotto la presidenza di Daniele Leodori (Pd). Oltre alle forze politiche di maggioranza ha votato a favore il M5S.

I contenuti della legge

La legge stabilisce innanzitutto che “l’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale”. Da questo principio, che recepisce lo spirito dei referendum nazionali del 2011, discende che “tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili”. La gestione del servizio idrico integrato “deve essere svolta senza finalità lucrative e ha come obiettivo il pareggio di bilancio, persegue finalità di carattere sociale e ambientale”. Vengono aboliti i vecchi “Ato”, Ambiti territoriali ottimali: la gestione dell’acqua dovrà avvenire nel bacino idrografico.

La gestione dovrà avvenire in base a un preciso bilancio idrico che dovrà assicurare “l’equilibrio tra prelievi e capacità naturale di ricostituzione del patrimonio idrico” e dovrà essere aggiornato con cadenza almeno quinquennale. Ogni anno le autorità di bacino dovranno predisporre “un report sulle perdite idriche nelle reti di distribuzione”. Gli ambiti di bacino idrografico dovranno essere individuati dalla Regione entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, attraverso un nuovo provvedimento legislativo. Ciascun ambito sarà “governato” da un’autorità di bacino, a cui partecipano gli enti locali corrispondenti per territorio.

I delegati degli enti locali partecipano alle “assemblee decisionali di bacino” con vincolo di mandato. La gestione del servizio idrico dovrà avvenire in maniera integrata: “Le opere di captazione, gli acquedotti, le fognature, gli impianti di depurazione e le altre infrastrutture e dotazioni patrimoniali afferenti al servizio idrico integrato – si legge all’articolo 6 – sono di proprietà degli enti locali e sono assoggettati al regime proprio del demanio pubblico”.

Sono costituiti due fondi: il primo destinato alla “ripubblicizzazione” di cui possono beneficiare gli enti locali che vogliono tornare a gestire il servizio “subentrando a società di capitale”. Tale fondo sarà finanziato nel triennio 2014-2016 da un apposito capitolo di bilancio. Il secondo, avrà carattere di “solidarietà internazionale”, “al fine di concorrere ad assicurare l’accesso all’acqua potabile a tutti gli abitanti del pianeta” e sarà destinato a progetti cooperativi, escludendo ogni forma di profitto privato.

Le dichiarazioni di voto

Devid Porrello,che ha annunciato il voto favorevole del M5S, ha parlato di legge che “porta con sé uno spirito diverso rispetto a come è stata gestita l’acqua fino ad oggi. Non nascondo però il mio rammarico per la bocciatura dell’emendamento che regolava la gestione della fase transitoria. Ora bisogna marciare dritti verso la ripubblicizzazione dell’acqua”. D’accordo anche Gino De Paolis (Sel): “Pensavo che potessimo avere la maturità di tutelare tutti i cittadini del Lazio. Così non è stato. Ma sono convinto che comunque tutti i Comuni avranno la libertà di gestire l’acqua pubblica. Questa è una legge rivoluzionaria”.

Voto favorevole anche da Giuseppe Cangemi (Ncd), Giuseppe Simeone(Pdl-FI) e Giancarlo Righini (FdI): “Con questa legge apriamo un varco in quella cortina che da anni affligge la gestione dell’acqua in tutta Italia. In alcune zone della nostra Regione il servizio è stato pessimo, da oggi ci dovrà essere un atteggiamento differente”. Fabrizio Santori (Gruppo Misto) ha ricordato la “forte pressione dei cittadini. Il nostro lavoro deve andare sempre più nella direzione dell’ascolto del territorio. La gestione dell’acqua è questione delicatissima, basta pensare alla vicenda dell’inquinamento da arsenico negli acquedotti di proprietà regionale”.

Riccardo Valentini (Per il Lazio) ha parlato di “legge all’avanguardia che apre prospettive nuove nella gestione del territorio. Non basta però questa legge, bisogna ancora lavorare molto per tutelare l’acqua”. Marco Vincenzi (Pd) ha parlato di “elemento di novità assoluta: il Consiglio regionale approva una proposta di iniziativa popolare. Un valore aggiunto per una legge che ci fa fare un notevole passo in avanti sul la gestione dell’acqua nel nostro territorio”.